Omelia (18-10-2012) |
Paolo Curtaz |
Commento su Luca 10,1-9 Luca ci introduce a Cristo con affetto e passione. Ha scritto il suo vangelo su suggerimento di Paolo, il suo evangelizzatore. Da Paolo ha preso la forza e la correttezza storica, l'impegno e la serietà dell'impresa. Ma la tenerezza è tutta sua, la compassione che ha conosciuto, credendo in Cristo, solo lui riesce a comunicarla. Il suo vangelo, allora, è pieno di sfumature, di positività, di luce. È il vangelo per chi vuole uscire dalla visione piccina e ossessiva di un Dio giudice. È il vangelo per chi vuole imparare a pregare, attento com'è, Luca a farci vedere Gesù Maestro di preghiera. È il vangelo della Chiesa che deve imparare ad evangelizzare. È il vangelo di chi, come lui, Luca, non ha mai visto Gesù in faccia ma è stato introdotto alla fede da qualcun altro. Come noi. Luca ci sostiene con la sua testimonianza, invita tutti noi a diventare Chiesa così come egli l'ha conosciuta, a osare la Chiesa così come egli l'ha imparata. Ha seguito Cristo seguendo Paolo, ha conosciuto le colonne, ha imparato a gestire la novità delle prime comunità, ha accolto con entusiasmo lo Spirito, ha lasciato che dalle sue parole trasparisse la luce di Dio. Grazie di cuore, caro Luca! |