Omelia (23-10-2012)
Paolo Curtaz
Commento su Luca 12,35-38

Stiamo pronti, dice il Signore. Stiamo pronti: il padrone torna nel cuore della notte, quando meno ce lo aspettiamo. Viene senza preavviso, viene e si aspetta di trovarci svegli ad aspettarlo. È così, il Signore: ne abbiamo sentito parlare (benedetto chi parla di Cristo con credibilità e passione!), abbiamo approfondito la sua conoscenza, partecipando a dei gruppi di catechesi, a delle giornate di spiritualità, abbiamo letto qualche libro che ci parlava di lui, magari ci siamo confrontati con un prete... E la nostra prospettiva è cambiata: la fede non è un insieme di credenze stantie e inutili e i cristiani non sono tutti dei beghini pettegoli e frustrati... Abbiamo conosciuto qualcuno che ha ammesso candidamente di avere conosciuto Gesù, di averne sentita la presenza. Allora abbiamo sentito il nostro cuore accendersi, la nostra curiosità crescere, giorno per giorno. Sì: le cose ora tornano, tutto si tiene, è credibile e più aumentano i dubbi e più le risposte arrivano a formare un saldo percorso, una ragionevole visione della vita. E nel cuore nasce la preghiera: vieni, Maestro, fatti incontrare. Ecco, che il Signore trovi sulle nostre labbra questa preghiera quando verrà, qui, e alla pienezza dei tempi...