Omelia (25-10-2012)
Paolo Curtaz
Commento su Luca 12,49-53

Un brivido mi percorre la schiena, un sudore freddo. Abbasso lo sguardo dopo avere letto questo brano, sempre. È uno sfogo di Gesù, una sofferta testimonianza, una inattesa confidenza. Sono venuto a portare il fuoco, dice il Signore. Il fuoco che incendia, che purifica, che divora, che illumina. Il fuoco che divampa e contagia. E parla di guerra, di lotte, di incomprensioni fra membri della famiglia in nome suo. E di un battesimo. Non più quello del Battista, no. Un battesimo grondante sangue, un battesimo dolorante, un battesimo crocefisso. Sì, tremo davanti a queste parole. Tremo guardando le nostre assonnate assemblee, le nostre piccole meschinità parrocchiale, le nostre solenni e noiose pompe liturgiche. E le riunioni pastorali per decidere la data della prima comunione e le piccole guerre per la preparazione del presepe, e le polemiche fra movimenti cattolici. Dov'è il fuoco che brucia? Dov'è l'ansia che divora? La passione per l'annuncio? Leggo e tremo, leggo e prego il Signore di aiutarmi a crescere nella passione per il Regno, come ha saputo fare lui. Che il suo battesimo di sangue non diventi inutile...