Omelia (26-10-2012) |
Paolo Curtaz |
Commento su Luca 12,54-59 I contemporanei di Gesù non sanno riconoscere i segni della presenza di Dio nella predicazione del Nazareno. Infarciti di buone idee, maestri nell'interpretare la Torah, conoscitori delle sottigliezze teologiche dei rabbini, i devoti del tempo non sanno riconoscere la novità assoluta della presenza del Signore. E noi l'avremmo saputo riconoscere? Saremmo stati in grado di capire, di sapere, di scrutare? Io, personalmente, ne dubito. Gesù è talmente inatteso, talmente innovativo che continuamente lascia interdetti, senza parole. Il Battista stesso, dopo avergli così lungamente preparato la strada, resta dubbioso davanti all'agire all'apparenza dimesso del cugino. Gesù chiede ai suoi contemporanei di riconoscere i segni dei tempi. E noi, siamo in grado di farlo? Siamo capaci di leggere la presenza del Signore in mezzo a noi? Il Concilio Vaticano II volle leggere i segni dei tempi, dare delle risposte alle inquietudini degli uomini del suo tempo. Ogni comunità, ogni discepolo è chiamato a fare la stessa cosa, a discernere il tempo in cui vive per trovare, qui e ora, il linguaggio per comunicare il Vangelo all'uomo d'oggi... |