Omelia (27-10-2012)
Paolo Curtaz
Commento su Luca 13,1-9

All'origine della morte dei poveri galilei uccisi durante il culto non vi è una punizione divina, ma l'arroganza di Pilato e la violenza che il potere porta sempre con sé. All'origine della morte dei diciotto cittadini rimasti schiacciati dal crollo della torre di Siloe non vi è l'intervento di Dio ma l'imperizia dei costruttori! Gesù, con una sola battuta, smentisce la nostra idea della sofferenza come punizione divina, riconducendo l'origine della disgrazia a ragioni molto più semplici e verificabili. Ma aggiunge il Signore, questi eventi sono un'opportunità per riflettere sulla brevità della vita, sulla necessità di andare all'essenziale. Se la nostra vita può essere portata via da un incidente o dalla follia di un procuratore romano, allora va vissuta con intensità e verità giorno per giorno, per convertirci alla buona notizia del Regno perché se la morte è un evento drammatico, la morte dell'anima è peggiore. L'analisi di Gesù chiarisce definitivamente un pregiudizio ancora molto diffuso: la sofferenza non è una punizione divina, ma l'opportunità di una riflessione che ci indirizzi verso orizzonti più ampi ed autentici.