Omelia (15-11-2012)
Paolo Curtaz
Commento su Luca 17,20-25

Le parole di Gesù sono davvero di difficile interpretazione: il Regno è già in mezzo a noi, dice, ma non viene con fragore, cresce con discrezione, senza che ce ne accorgiamo. Gesù non illude i suoi discepoli e le prime comunità che ne aspettavano il ritorno con ansia e preoccupazione. Il ritorno del Signore è un ritorno progressivo, senza grandi sconvolgimenti, un ritorno da cogliere come chi vede il fulmine attraversare il cielo buio d'estate. Sì, è un lampo di luce il Regno, ci raggiunge quando meno ce lo aspettiamo, ce ne accorgiamo solo se siamo svegli, desti, se vigiliamo. Che senso hanno, allora, le tante presunte rivelazioni di chi, contraddicendo Gesù, afferma di conoscere il tempo del ritorno del Signore? Che peso possono avere coloro che vagheggiano scenari apocalittici ogni momento, e riescono ad influenzare le anime sensibili? No, amici, non sappiamo quando il Signore tornerà. Sappiamo, però, che possiamo accelerarne il ritorno se viviamo il Regno nella nostra quotidianità. Il Regno è una folgore ma siamo noi ad esserne illuminati: senza grandi clamori possiamo renderlo presente perché tutti lo possano aspettare e costruire.