Omelia (16-11-2012) |
Paolo Curtaz |
Commento su Luca 17,20-25 Stiamo per concludere l'anno liturgico e per iniziare un nuovo percorso a partire dall'avvento, e la Liturgia ci invita a fissare lo sguardo in avanti, a interrogarci sul destino del mondo e sul nostro destino. La Chiesa parla di tre venute di Cristo: quella nella storia, quella nella gloria e quella nella vita di ciascuno di noi. In questo tempo di mezzo che viviamo, aspettando la venuta definitiva del Signore, possiamo farne esperienza attraverso la fede. Questo è il tempo della Chiesa, tempo in cui Gesù affida a noi il compito di annunciare il Vangelo e di rendere presente il Regno, sempre nella logica di una realtà che è già e non ancora. Possiamo realizzare il Vangelo nella nostre comunità, primizia del mondo nuovo. Il ritorno finale del Signore sarà un evento straordinario e positivo, una fine che è una pienezza, non una truce catastrofe! Per noi la venuta finale del Signore è un desiderio di pienezza, di armonia e riconciliazione, non un terribile evento! Le parabole che ascoltiamo in queste settimane ci invitano alla vigilanza e mi piace leggerle per l'oggi: possiamo incontrare il Signore solo se siamo disposti a conoscerlo, solo se lasciamo spazio all'interiorità. |