Omelia (21-11-2012)
Paolo Curtaz
Commento su Luca 19,11-28

Siamo chiamati a lavorare sodo, a impegnarci per la diffusione del Regno, a mettere la missione al centro delle nostre scelte. Le monete d'oro ricevute vanno investite per la crescita del Vangelo: se seppelliamo i nostri talenti sotto terra saremo duramente rimproverati. Così è la logica di Dio: o la nostra Chiesa osa investire i propri uomini, le proprie risorse nell'annuncio o corre il rischio di spegnersi. O la Chiesa annuncia il Vangelo di Cristo o non è. Così per noi: chiediamoci se la fede è un bel soprammobile nella nostra vita interiore o se, invece, è la dimensione principale che ispira ogni scelta. La fede non è qualcosa da tirare fuori dal cassetto insieme al vestito buono per andare a Messa, ma l'atteggiamento di fondo della nostra vita. Animo, discepoli del Signore, cercatori di Dio! Rimbocchiamoci le maniche in attesa del ritorno del Signore, a noi servi è affidato il palazzo regale, a noi è chiesto di portare avanti l'annuncio con passione, senza scoraggiarci, senza timore o pigrizia. Come ha fatto Gesù che, come ricorda bene Luca, chiede proprio perché dà: si sta dirigendo con decisione verso Gerusalemme dove darà la sua definitiva testimonianza al Padre e a noi...