Omelia (28-11-2012) |
Paolo Curtaz |
Commento su Luca 21,12-19 Luca sembra descrivere, nelle parole del Signore, la situazione che stavano vivendo molti dei cristiani presenti nelle neonate comunità cristiane. Alla prima persecuzione di Erode, che fece uccidere l'apostolo Giacomo, ne seguirono altre. La più famosa fu quella di Nerone, a Roma, che riversò sui cristiani e sugli ebrei la falsa accusa di avere incendiato la città. Le persecuzioni, però, erano già sorte proprio all'interno del mondo ebraico, con la crescente ostilità fra cristiani e farisei. Ancora oggi, e sempre di più, i cristiani sono perseguitati e vittime di soprusi. Se nel secolo scorso furono le ideologie a strapazzare i discepoli, quella nazista e, specialmente, quella comunista, oggi la persecuzione proviene da parte degli estremismi religiosi islamici e induisti. In Nigeria, in Pakistan, in India, in Iraq essere cristiani significa subire delle vessazioni e, periodicamente, essere bersaglio di fanatici omicidi che non esitano a piazzare le bombe durante le messe! Preghiamo per questi fratelli, che perseverino nella fede. E interroghiamoci sul nostro cristianesimo fatto di poltrona e pantofole, che non sa nemmeno rendere ragione della speranza che è in noi... |