Omelia (03-12-2012)
Paolo Curtaz
Commento su Matteo 8,5-11

Non abbiamo mai visto il Signore Gesù, non abbiamo avuto la fortuna di poterlo incrociare sulle strade polverose di Galilea, non ci siamo seduti ad ascoltare la sua predicazione. Lo abbiamo conosciuto grazie alla testimonianza di persone che, a loro volta, lo hanno conosciuto da altri, su su fino a uno dei testimoni presenti. Eppure possiamo farne esperienza, possiamo davvero far vibrare la sua parola nelle nostre vite, diventare discepoli. L'uomo è capace di Dio, questo dice il Natale e in questo tempo di avvento vogliamo ribadire questa semplice verità. Siamo come il centurione del Vangelo di oggi: pagani, viviamo in terra straniera, ma ci fidiamo del Signore per guarire nel profondo le nostre vite. No, Signore, non ci occorre che tu venga, ci basta una tua parola. Abbiamo fede, ti amiamo senza averti potuto vedere perché ci basta sfiorare il tuo mantello. Portiamo forte, in noi, il desiderio di accoglierti. Ci prepariamo al Natale perché siamo persone diverse dallo scorso anno e da quello precedente. Il tempo ci segna, le esperienze ci cambiano, perciò ogni anno abbiamo bisogno di ripartire, di riaprire il nostro cuore all'accoglienza...