Omelia (06-12-2012)
Paolo Curtaz
Commento su Matteo 7,21.24-27

Nei mesi scorsi, durante la triste vicenda dei vatileaks, quando qualcuno pensava di risanare i loschi intrallazzi vaticani spargendo fango su tutti e pubblicando documenti riservati, papa Benedetto riprese l'immagine del Vangelo di oggi: la Chiesa è saldamente ancorata alla roccia del Vangelo, nessun vento può abbatterla. Quanto è vero! Anche nella nostra vita di fede: se ci sono dei momenti di fatica, di scoraggiamento, di prova, non dobbiamo temere. Ciò che crolla è ciò che è superfluo, non ciò che è indispensabile. I terremoti interiori, nella vita, possono farci morire sotto le macerie ma, se abbiamo costruito saldamente la nostra vita intorno ai valori del Vangelo, ciò che resta in piedi è ciò su cui poter ricostruire. L'avvento ci prepara al Natale riportandoci all'essenziale. Non ci spaventiamo se soffiano i venti, se abbiamo la sensazione di vivere un tempo destabilizzante, da fine Impero: cerchiamo il Regno anzitutto e il resto ci sarà dato in abbondanza. Non parliamo a vanvera di Dio, non scomodiamolo per giustificare le nostre prese di posizione ma, con semplicità, viviamo con coerenza la Parola che quotidianamente meditiamo...