Omelia (11-12-2012) |
Paolo Curtaz |
Commento su Matteo 18,12-14 Questo vuole il Padre: che nessuno vada perduto, mai. Tanto meno i piccoli, quelli sconfitti dalla vita, o travolti dalla tenebra. Dio vuole la salvezza, la propone, la offre, è venuto sulla terra per indicarla con forza. Perché, allora, molti che si dicono cristiani parlano sempre del Padre come di un severo giudice pronto a coglierci in fallo? Fa festa per coloro che riesce a recuperare, per tutti quelli che riesce a riportare nell'ovile. A volte, purtroppo, abbiamo la sensazione che le percentuali si siano rovesciate: un'unica pecora è rimasta nell'ovile e molti, come soluzione, propongono di alzare lo steccato perché non scappi pure lei! Come figli di questo pastore, come pecore appassionate di tanta attenzione, siamo chiamati ad uscire dalle nostre stantie sacre stanze per camminare e cercare le tante pecore che non sanno davvero chi sia Dio. E avere il coraggio di osare, di ridire il Vangelo con chiarezza, di fuggire la tentazione di porre condizioni a chi è fuggito e di cercare di capirne le ragioni. Fedeli al Vangelo, certo, senza cedere al buonismo così fintamente evangelico ma superficiale e facilone, eppure determinati, come è il pastore, a non perdere nessuno. Facendo festa per ogni uomo che scopre la bellezza del Dio che viene. |