Omelia (14-12-2012)
Paolo Curtaz
Commento su Matteo 11,16-19

Giovanni, il più grande uomo mai esistito, secondo Gesù, diventa metro di paragone dei devoti per giudicare l'atteggiamento poco religioso del Nazareno. Giovanni affascinava per la sua austerità, per la sua disciplina, per la sua forza interiore. Gesù sconcerta per le sue frequentazioni, perché non disdegna di mangiare e bere in compagnia e divertirsi. I devoti di ieri e di oggi sono costernati, Gesù spiazza tutti per il suo comportamento gioioso che poco si confa', secondo la loro limitata visione, alle persone religiose... E Gesù ne approfitta per esprimere una correzione tagliente: i brontoloni sono come i bambini che litigano in piazza perché non sono mai contenti di nulla. Borbottano senza mettersi d'accordo. Quanto è vero! Ancora oggi noi cattolici siamo dei gran lamentosi, sempre pronti a sottolineare le cose che non funzionano, sempre scontenti del parroco, dei catechisti, del papa, della Chiesa e... del buon Dio! Quanto siamo insofferenti alle cose che non ci piacciono! Quanto siamo bravi nell'elenco delle cose che dovrebbero cambiare! Il Signore, con grande senso dell'ironia, ci invita a non prenderci troppo sul serio e a lasciarlo lavorare...