Omelia (18-12-2012) |
Paolo Curtaz |
Commento su Matteo 1,18-24 Matteo ci tiene a raccontare la versione della nascita di Gesù dalla prospettiva di Giuseppe. È importante, per lui, dimostrare che davvero Gesù discende da Davide e che compie le promesse del Signore. E il suo racconto ci riempie di stupore e di gioia: Giuseppe, promesso sposo di Maria, è l'unico a sapere che quel figlio non è suo. Per seguire la Legge del Signore avrebbe dovuto denunciare il fatto e cacciare con vergogna Maria (e a quei tempi l'avrebbero lapidata). Passa la notte insonne e trova una soluzione che salverà l'onore alla sua amata: dirà che si è stancato di lei. Bella storia: per essere giusto, come lo definisce Matteo, non osserva la Legge e mente! La notte di Giuseppe finisce con un sogno e un angelo lo rassicura. E Giuseppe che fa? Si sveglia e fa come gli ha detto l'angelo! Io avrei pensato alla cena pesante... Giuseppe è giusto perché non giudica secondo le apparenze ed è un grande sognatore (spesso, nella sua storia, i sogni svolgono un ruolo determinante). Chiediamogli, a pochi giorni dal Natale, di avere ancora il coraggio del sogno, di osare, di non lasciarci schiacciare dal pessimismo dilagante. |