Omelia (28-12-2012)
Paolo Curtaz
Commento su Matteo 2,13-18

Questa volta si esagera! Vada per il primo martire che ci richiama alla scelta pro o contro Dio, vada per san Giovanni che ci invita a leggere il Natale con sguardo pasquale, ma cosa c'entrano i poveri bambini di Betlemme uccisi dal feroce Erode? Questo veramente rovina il bel clima natalizio! Non vogliamo brutte notizie! Almeno non in questa settimana! E invece... Quei bambini sono celebrati dalla Chiesa come martiri, come vittime della follia omicida di un re sanguinario che teme la concorrenza di Dio, che si spaventa (inutilmente) come se Dio volesse rubargli il trono. E il potere, la bramosia, spingono a commettere follie, annebbiano la testa. Muoiono, i bambini di Betlemme, per difendere un bambino come loro. Come non pensare ai tanti bambini che non vedono la luce? Oppure a quelli uccisi sotto le bombe in Siria? O a quelli che imbracciano un fucile o passano la giornata a lavorare per pochi centesimi? O ancora a quelli che finiscono nei depravati traffici della pedofilia internazionale? Se Natale è la festa dell'infanzia, la giornata di oggi urla il suo disappunto perché questa infanzia è continuamente violata. Rimbocchiamoci le maniche, allora, perché l'infanzia sia sempre tutelata e protetta in ogni suo aspetto.