Omelia (17-05-2013) |
Riccardo Ripoli |
Sarai vecchio tenderai le tue mani Quando si è giovani si pensa che tutto sia facile, che le cose non potranno mai cambiare, che il mondo lo possiamo cambiare a nostro piacimento e che tutti sono pronti ad ascoltarci perché portiamo la novità, il cambiamento, la rivoluzione. Ma il nostro entusiasmo si scontra spesso con la maturità degli adulti e la flemma del più anziano. E' un po' come se Dio avesse messo un freno ad una macchina che si getta giù da una collina, un freno che se da una parte rallenta la corsa verso il cambiamento, dall'altro tutela i passeggeri dal rischio di andare fuori strada e farsi troppo male. Sono due forze uguali e contrarie che si contrappongono per creare una sinergia ottimale per fare si dei cambiamenti, ma ragionandoci e assaporandoli giorno per giorno. Il giovane ha come forza la vitalità e l'entusiasmo, l'anziano ha le chiavi della porta di casa ed è custode dell'abitazione. L'anziano dovrebbe far entrare i giovani, ma spesso ne ha paura e, quando ciò accade, la forza dirompente dei giovani sfonda la porta ed entra comunque in casa. Tanto varrebbe allora aprire sempre e comunque la porta alle idee dei giovani, pian piano farsi da parte non negando consigli e aiuto dettati dall'esperienza. Lo vediamo in questi tempi con la politica, ma in ogni contesto è così. Se un figlio fa mille richieste e da parte dei genitori c'è sempre un no, prima o poi il ragazzo si prenderà ciò che vuole e potrebbe avvenire con l'uscita di casa in maniera prematura. Se invece fossimo disponibili a fare qualche concessione, a mediare alle loro richieste, a cercare dei punti di contatto, allora le cose andrebbero meglio. Purtroppo, sempre più spesso, manca la capacità di mediazione tra due diverse generazioni, la forza dei ragazzi è legata alla loro emancipazione che avviene sempre più in fretta ed i genitori sono sempre più propensi a concedere tutto senza dare regole e consigli. Così vediamo bambini che passano ore a vedere film violenti alla tv, giocare troppo con i videogame, passare sempre più tempo su internet, mangiare cibi poco sani, uscire di casa e fare esperienza del mondo da soli sempre prima, bambini che a dieci, undici anni già sono a giro da soli per la città e rientrano a casa solo per mangiare e dormire, ragazzi che danno sempre meno importanza alla scuola. Genitori, non perdete il ruolo di educatori, non demandate ad altri un incarico che è prettamente vostro, correggete il tiro laddove arrivano a vostro figlio insegnamenti sbagliati, non stufatevi di discutere con loro, non smettete di mediare. E' fatica? Certo, indubbiamente, ma è il nostro ruolo, ce lo siamo scelti il giorno che abbiamo deciso di avere un figlio, sia esso naturale, adottivo o l'accoglienza di un bimbo in affido. |