Omelia (25-04-2004)
LaParrocchia.it
Testimonianza difficile, vera, umile.

Noi professiamo di credere in Cristo. Alla domanda che qualche volta ci viene rivolta: "Siete cristiani?", rispondiamo senza esitare: "Ma certo! Siamo battezzati!"
Questo va bene! Ma la nostra fede in Cristo è reale? Per esserne certi, dobbiamo verificare se essa fa di noi dei testimoni di Cristo.

- È una testimonianza difficile. Vivere la propria fede non è mai stato facile, e oggi lo è ancor meno. Perché significa andare contro corrente, rifiutare certe idee quasi connaturate; vuol dire esporsi a serie difficoltà, correre il rischio di essere incompresi e rifiutati. Ma, qualunque cosa succeda, il cristiano deve ricordarsi che Cristo è sempre al suo fianco, e da questa certezza deve attingere la forza di vivere la sua fede, malgrado tutto.

- Dev'essere una testimonianza vera. Non atteggiamenti fittizi, non discorsi moraleggianti, non apologetica saccente. Ci vuole solo la vita conforme al Vangelo, nelle attività di ogni giorno, nelle relazioni con la famiglia e con i vicini, nell'impegno professionale, sociale o anche politico. Una testimonianza vera, che sarà tanto più efficace quanto più si libererà da ogni falsità e da ogni ipocrisia.

- Dev'essere una testimonianza umile: non altera, non autoritaria né paternalistica. Deve presupporre il rispetto più assoluto degli altri, della loro individualità, del loro modo di pensare. Bisogna saper ascoltare, sforzarsi di comprendere; parlare agli altri cuore a cuore, da uomo a uomo; questo è il modo migliore per far sì che la loro porta si apra a Cristo: l'apriranno essi stessi.