Omelia (21-05-2013)
Riccardo Ripoli
Essi però non comprendevano queste parole e avevano timore di chiedergli spiegazioni

Le incomprensioni sono all'ordine del giorno. Si interpretano parole, a volte sguardi, in maniera negativa arrivando a pensare che una persona possa avere qualcosa contro di noi, ed una nostra reazione potrebbe scatenare un conflitto nel rapporto. A volte si preferisce tacere, ma anche questo è generalmente errato perché è importante fugare ogni dubbio, chiarirsi proprio per mantenere una buona relazione. Quanti matrimoni finiscono proprio per delle incomprensioni, per l'incapacità di dialogo, per la mancanza di coraggio per affrontare il prossimo. Si pensa che per il quieto vivere la fuga sia l'unica soluzione: si cambia ambiente, si cambiano persone ed il problema non c'è più. La vita ci insegna che le difficoltà da affrontare sono tante e non possiamo sperare di trovare situazioni in cui esse non ci siano, possiamo però trovare un metodo per affrontarle. Il dialogo, il chiedere spiegazioni ogni volta che non capiamo anche a costo di fare la figura degli stupidi è certamente vincente. E' chiaro che bisogna capire il momento, andare incontro anche all'altra persona, ma parlare è sempre importante per un buon rapporto personale.
Un ragazzo che era con noi aveva difficoltà, come molti ragazzi oggi, a dialogare. Ingoiava ogni rospo e siccome era anche permaloso vedeva offese personali a lui rivolte in ogni situazione. A forza di sopportare, con la paura di dialogare, un giorno è scoppiato ed ha cominciato a prendersi le cose che non riusciva ad ottenere andando su una brutta strada. E' arrivato un momento, già abbondantemente maggiorenne, in cui se ne è andato tornando dalla madre. Anche lì ha avuto non pochi problemi arrivando a scontri anche fisici, ed è nuovamente scappato. Adesso ha trovato una ragazza, ma conoscendolo, spero di sbagliarmi con tutto il cuore, avrà problemi anche con lei allorquando non riuscirà a dirle ciò che pensa o a chiedere spiegazioni. Era un ragazzo intelligente, ma la matematica non la capiva bene come altre materie, ma anziché chiedere spiegazioni dovendo dimostrare alla classe di non aver capito ed essere considerato, secondo lui, uno stupido, preferiva non studiare, in modo da giustificare i suoi brutti voti con la decisione di non voler apprendere una materia, passando per guascone con i suoi amici, piuttosto che far vedere di non aver capito. Aveva però un sogno, quello di fare architettura, dove la matematica è alla base di tutto. Abbiamo provato a dissuaderlo da questa sua scelta, ma ha voluto seguire il suo sogno. Ho sperato che fosse la volta buona che per una giusta motivazione cambiasse indirizzo e si mettesse a studiare, a chiedere ai tanti professori e volontari disposti ad aiutarlo cosa non avesse capito. Ed invece la storia si è ripetuta ed il suo sogno si è infranto dopo aver tentato di dare l'esame di matematica più volte che, senza basi e senza studio, non poteva andare altro che male.
Quello che dico sempre ai miei ragazzi è di non aver paura a chiedere, di insistere nel comprendere tutto quello che li circonda, nel capire i discorsi che vengono loro fatti.