Omelia (22-05-2013) |
Riccardo Ripoli |
Chi non è contro di noi è per noi. Qualche tempo fa abbiamo organizzato una conferenza sull'affido in una città diversa dalla nostra. Noi abbiamo provveduto a diramare gli inviti tra i nostri conoscenti, mentre l'ente che ci supportava nell'organizzazione ha mandato gli inviti istituzionali chiedendo al comune di riferimento di estendere l'invito alle associazioni del territorio. Qualcosa si è inceppato ed alcune associazioni non sono state chiamate a partecipare per tempo. Hanno però saputo della cosa il giorno prima e alcune sono venute ad ascoltare la conferenza. Alla fine, quando tutti i relatori avevano parlato ed era giunto il momento di dare la parola al pubblico per un sano dibattito, arriva sul palco una signora inviperita. Non ha parlato di affido, di quanto sia bello, delle difficoltà, bensì ha polarizzato l'attenzione, in mezz'ora di polemica, sul fatto di non essere stata invitata, sul fatto che noi da Livorno si fosse osato andare a fare una conferenza sul loro territorio. Ci capita spesso di subire o vedere tra le varie associazioni o enti degli scontri legati non ad un'ideologia, ma al desiderio di primeggiare, di avere il merito di essere i portatori sani di una bandiera, nel nostro caso dell'affidamento. Già sono tante le difficoltà che dobbiamo affrontare, tantissimi i bambini in cerca di famiglia, poche le persone disposte all'accoglienza. Dovremmo unire le forze per combattere insieme una guerra su più fronti: miglioramento della legge, ricerca di risorse, promozione dell'affido, ed invece ci troviamo in mezzo a faide di persone che pensano di avere la verità in tasca e ti attaccano per non si sa bene quale motivo. Da parte nostra alziamo le spalle e andiamo avanti, ormai non replichiamo neanche più, quantomeno per la mole di lavoro che abbiamo dinanzi che non ci permette di fermarci a discutere di piccole gelosie di fazione. Molte persone si occupano del prossimo, siano essi bambini, anziani, tossicodipendenti, per motivi personali, vuoi per avere voti in politica, oppure per un certo prestigio nella società civile. Ritengo che il vero spirito sia quello di chi aiuta il prossimo per la gioia di vederlo sorridere ancora, di sanare una situazione, di trovare soluzioni ai suoi problemi. Gesù rimproverò i suoi discepoli allorquando mandavano via le persone che aiutavano il prossimo in nome di Gesù stesso, come se gli unici portatori sani della Parola di Dio fossero soltanto loro. Anche oggi assistiamo a questa arroganza, a molte persone che pensano di avere la verità in tasca e solo il loro metodo è quello giusto. Pazienza, ce ne faremo una ragione e andremo avanti in nome di Dio e dei piccoli che Egli ha voluto copiosamente inviarci. |