Omelia (26-05-2013)
mons. Giuseppe Giudice
Trinità mistero d'amore

A conclusione del grande tempo di Pasqua, stagione dell'alleluja, dopo la luce della Pentecoste, siamo invitati a sostare in contemplazione dinanzi al Mistero trinitario. La Parola ci invita a contemplare la Sapienza dell'inizio che gioca davanti a Lui, gioca sul globo terrestre e pone le delizie tra i figli dell'uomo. Il Mistero altissimo della Trinità è un Dio che gioca, che è libero come un bambino e nel gioco si realizza, si dona, si fa amico dell'uomo. Perché non sappiamo più giocare? Forse perché abbiamo rovinato il Mistero della Trinità che è in noi con il peccato?
Dire Dio Amore, Padre e Figlio e Spirito Santo, è dire la comunione, comunione profonda tra Padre e Figlio perché tutto quello che il Padre possiede è del Figlio, comunione che si realizza e ci raggiunge nel dono dello Spirito Santo. Quando ci segniamo con il segno della croce, noi facciamo memoria del Mistero altissimo che si fa vicino ad ognuno di noi.