Omelia (28-05-2013) |
Riccardo Ripoli |
Non c'è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle a causa mia, che non riceva già al presente cento volte tanto Stamani mattina sono passato dal mare, e come ogni volta che lo vedo penso a quando facevo le gare di pesca subacquea e mi immergevo quasi ogni giorno, a quando in estate andavo con il mio amico Luigi a pescare ogni mattina svegliandomi alle quattro e restando in mare fino al calasole per poi talvolta pescare anche di notte. Ripenso a ciò che ho lasciato per seguire i tanti ragazzi che il Signore mi ha onorato affidandomeli. C'è nostalgia, desiderio di tuffarmi in mare ogni giorno, ma non c'è rimpianto e, se tornassi indietro, rifarei la scelta che ho fatto altre mille volte. Ringrazio Dio per avermi dato tantissimo in termini di salute, di famiglia, di agiatezze. Ne ho goduto ampiamente fino a ventuno anni, ma era arrivato il momento di dividere i doni di Dio con altri. Scelta egoistica dettata dalla morte della mia mamma, ma scelta ragionata, conquistata un passo alla volta, scelta alla quale mi sono legato a filo doppio con grandissima gioia. Le preoccupazioni non mancano, i dispiaceri sono all'ordine del giorno, le battaglie da combattere sono in numero infinito per una guerra senza confini dove coloro che dovrebbero essere alleati si rivelano vipere pronte a mordere, ma tutto il resto è amore. Basterebbe una goccia di questo amore per cancellare tutto il male che ci inonda, e di gocce ce ne sono infinite, purissime. Vedere i ragazzi crescere, osservare i loro cambiamenti positivi, ascoltare chi li ha sotto gli occhi tutti i giorni e fa loro i complimenti per i valori, i principi, l'educazione che dimostrano di avere nel quotidiano, mi riempie il cuore di gioia. Qualcosa ho abbandonato, ma ho ricevuto molto, molto di più di tutto ciò che è dietro le mie spalle. E comunque, ogni tanto, vado pure a pescare |