Omelia (31-05-2013) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Luca 1,41 "Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò di gioia nel suo grembo" Lc 1,41 Come vivere questa Parola? Uno scenario di sole mattutino e di gioia gronderà l'incontro delle due donne; anzi delle due madri: Maria ed Elisabetta. L'una, la Madre del Messia promesso, ha appena avuto dall'Angelo Gabriele l'annunzio che il suo grembo, inseminato direttamente dallo Spirito è "nido" di amore e di carne del Messia promesso: Gesù, il Salvatore. Elisabetta pure ha saputo che proprio lei, la sterile, non solo diventa gestante di un bambino ma di colui che sarà il precursore del Messia. Maria è una ragazza più o meno quindicenne; Elisabetta è molto più in là negli anni. E in quella cultura, a quei tempi, ciò voleva dire superiorità notevole dell'anziana, quindi grande riverenza della donna giovane verso di lei. Nella scena che il vangelo, oggi ci narra, l'usanza è superata e infranta da un capovolgimento. L'anziana Elisabetta, afferrata da grandissima esultanza, saluta in sua cugina la Madre di Dio Salvatore. E il segno è semplice e stupendo: il bimbo che lei, gravida, porta in grembo sussulta di gioia appena Maria si affaccia alla porta della sua casa e saluta, premurosa, l'anziana cugina. Bellissimo quell'umile interrogativo-esclamazione: Come mai la Madre del mio Signore viene a me? E proprio queste parole risuonano nel cuore di Maria come una conferma certa che davvero quel che l'Angelo ha annunziato è sacrosanta verità di Dio. Sostanzialmente è una conferma per Maria, dunque è l'immediata sollecitazione a far sgorgare dal suo cuore l'inno di lode e ringraziamento: il Magnificat. Signore rinnovami anche oggi nello stupore perché io viva, con l'aiuto di Maria SS. la gioia della salvezza che è Gesù stesso e il suo operare in me. La voce di un presbitero biblista e scrittore italiano Il frutto visibile di una fede viva è la gioia. Anche umanamente, quando c'è il massimo di amore c'è felicità e humor. Mario Canciani |