Omelia (29-05-2013) |
Riccardo Ripoli |
Lo condanneranno a morte, lo consegneranno ai pagani, lo scherniranno, gli sputeranno addosso, lo flagelleranno e lo uccideranno; ma dopo tre giorni risusciterà Chi è che sposandosi penserà di essere al riparo da ogni problema di salute o con i figli, dai litigi, dalla ricerca del lavoro? Chi è che andando a lavorare, che sia come impiegato o come professionista, potrà mai pensare di non dover incrociare le spade per combattere qualche battaglia? Chi è che trasferendosi lontano da casa per inseguire un sogno o un ideale è al riparo da discussioni e malumori? Nessuno che abbia un po' di maturità potrà mai arrivare a credere che una scelta di vita, per quanto bella, altruistica e generosa, vissuta con la massima disponibilità d'animo possa prescindere dall'andare incontro a problemi di ogni tipo. Quando io e Roberta abbiamo fatto la scelta di dedicare la nostra vita all'Associazione e ai bambini, stante la nostra giovane età ancora in piena adolescienza, pensavamo che avremmo dovuto combattere le nostre battaglie per salvaguardare i bambini contro genitori e famiglie disgraziate, avendo però come alleati i servizi sociali e lo Stato in generale. Quanto ci sbagliavamo. Le famiglie dei bimbi quasi sempre si affidano a noi per aiutare i loro figli, tanto che molti bambini ci vengono portati direttamente dai genitori che non sanno gestirli, e quindi diventano, in molti casi, preziosi alleati, mentre i servizi sociali e lo Stato in generale sono spesso le persone che ci troviamo a dover combattere. Tralascio qui ogni polemica sull'argomento, ma se leggete in qualsiasi forum dove si parli di affido, vi accorgerete che quasi tutti dicono la stessa cosa. Questo non ci deve allontanare, non ci deve far mollare la presa perché se noi lasciamo la partita, parafrasando Renato Zero, "un bambino non nascerà". E l'affido è volto proprio a questo, a far rinascere una creatura, a traghettarla dalla riva sulla quale è nato dove la carestia e la penuria di amore la rendono invivibile alla riva opposta dove ci sia da mangiare pane e amore protetti da una famiglia, per poi ricondurli sul lato del fiume dove sono rimasti i loro genitori se la carestia dovesse passare e le condizioni di vita e familiari fossero divenute accettabili per la crescita di un bambino. Non c'è scelta di vita che non comporti problemi e persecuzioni, specie da coloro dai quali non te lo saresti mai aspettato, prima fra tutte quella di seguire Dio. Ma Gesù stesso ci dice che alla fine delle persecuzioni avremo la pace e qualunque guerra sarà solo un lontano ricordo. |