Omelia (30-05-2013) |
Riccardo Ripoli |
Coraggio! Alzati, ti chiama! Spesso chiediamo a gran voce che ci venga concesso aiuto, e urliamo a squarciagola la nostra disperazione. Sembra che nessuno ci ascolti e continuiamo a gridare implorando un aiuto che sembra non arrivare mai. La vita di tutti i giorni, così come anche il Vangelo, ci dimostra che se insistiamo l'aiuto prima o poi arriva. Purtroppo però noi siamo accecati dalla nostra rabbia, dalla paura, dalla delusione tanto da non accorgerci che l'aiuto che abbiamo chiesto ci è stato concesso, e continuiamo a gridare. Occorre qualcuno vicino a noi che ci tranquillizzi, che ci metta una mano sulla spalla, che ci indichi la direzione verso la quale andare per ricevere quell'aiuto perché siamo troppo ciechi, troppo arrabbiati per vedere la soluzione. Ecco il perché di tanti suicidi, della disperazione portata all'estrema conseguenza, perché manca qualcuno che ci sia vicino, che asciughi il nostro sudore, che ci tenga la mano nelle notti insonni dove i pensieri diventano incubi e le preoccupazioni mostri che ti mangiano da dentro. A volte non sappiamo quale soluzione proporre ad un amico che sta male, e per questo ce ne stiamo in disparte attendendo che il problema si risolva, magari dicendo "è forte, saprà cavarsela", quando basterebbe poco per consolarlo. Noi genitori vorremmo risolvere i problemi dei nostri figli, ma spesso non ci riusciamo, magari perché non capiamo, e quindi non interagiamo con loro lasciando che trovino la loro strada. Così come non è giusto risolvere i loro problemi, non è nemmeno giusto lasciar correre. Ricordo che quando ero triste e inconsolabile nel periodo dell'adolescienza, quando bastava uno sguardo storto di qualcuno o un brutto voto non meritato a farmi cadere il mondo addosso, entravo in casa arrabbiato, imbronciato e la mia mamma era sempre lì, pronta a starmi vicino, spesso da me respinta in maniera stizzosa anche solo quando mi chiedeva cosa avessi, ma sempre vicina, anche magari dietro una porta chiusa rispettando il mio dolore e le mie lacrime, ma sempre pronta a elargire una parola affettuosa, un buon consiglio, anche solo lasciandomi un bigliettino sul cuscino per farmi capire che lei era presente. Il Signore ci aiuta sempre quando lo invochiamo, basta solo sapere aspettare e non essere ciechi o sordi quando Egli ci chiama, quando ci mostra la strada da prendere, che spesso è più vicina di quanto possa sembrare quando siamo con il morale a terra. |