Omelia (02-06-2013)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Luca 9,13

«Voi stessi date loro da mangiare»
Lc 9,13


Come vivere questa Parola?

Gesù è attorniato da una folla numerosa che pende dal suo labbro incurante degli stessi bisogni materiali. In altre occasioni il vangelo registra che essa era come un gregge sbandato, privo di pastore ed esposto all'attacco dei lupi e dei predatori.

Lo spaccato di una società che, in questo, non si differenzia molto dall'oggi: persone smarrite che cercano una certezza a cui afferrarsi, un'indicazione di rotta per sottrarsi a situazioni divenute invivibili. E appena si accenna un raggio di luce, vi si aggrappano anche se ancora ondeggianti tra speranza e timore di essere ancora una volta delusi.

Che fare? In fondo abbiamo solo "cinque pani e due pesci": un'inezia che verrà presto riassorbita! La tentazione è di liquidarle con una buona parola, travolti anche noi dall'immane peso di una crisi dilagante che non risparmia nessun settore.

Sul nostro sgomento, serena ma decisa viene a stagliarsi la parola di Gesù: «Voi stessi date loro da mangiare». Lo sguardo si posa incredulo su mani inesorabilmente vuote, ma la Parola è là, sospesa sulle nostre titubanze, in attesa di chi sappia darle credito, giocando se stesso.

E quando, forse ancora incredulo, qualcuno ne segue le indicazioni, ecco quel vuoto rivelarsi provvidenziale per poter accogliere e condividere il Pane di Dio, l'unico capace di saziare veramente: Pane che si è fatto Parola Carne Eucaristia, Pane che Dio continua a porgere attendendo solo mani vuote che lo accolgano e lo spezzino.

Mio Dio, certe volte mi comporto come se il mondo dovessi salvarlo io. Mi faccio carico di preoccupazioni inutili, quando tu non chiedi altro che mani vuote ma disponibili, mani che semplicemente accolgano il dono per distribuirlo. Liberami dal sottile tarlo della presunzione di chi pensa di andare ai fratelli portando se stesso, e così ti ostruisce il passaggio.

La voce di una santa

La santa Eucaristia è il nostro capitale e il nostro arsenale.
S.Maria Maddalena de' Pazzi