Omelia (05-06-2013)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Tobia 3,3

Signore ricordati di me!
Tb 3,3


Come vivere questa Parola?

Nel momento più cupo del dolore, sale al labbro di Tobi e di Sara questo grido carico di fiducia. Oppressi dalle disgrazie che li hanno colpiti e dall'incomprensione umana, i due, pur senza conoscersi, ricorrono con invocazioni equivalenti all'Unico che può veramente soccorrerli e sollevarli. Sulle loro labbra né lamento, né tanto meno bestemmia per la sventura immeritata che li ha colpiti: "Ricordati di me!" è la sola espressione che affiora. Un'espressione carica di fiducioso abbandono.

Al ricordo di Dio, infatti, non è sotteso il semplice richiamo alla mente di una persona o di una situazione, ma l'impegno da lui assunto con l'Alleanza. Si tratta di un ricordo attivo, operativo: Dio si ricorda intervenendo a favore dei suoi eletti, prescindendo anche dal fatto che essi possano essersi resi indegni del suo favore, come lascia trapelare l'umile preghiera di Tobi: " Non trattarmi secondo le colpe mie e dei miei padri".

L'amore di Dio, la sua fedeltà non sono condizionati dalla mia corrispondenza: una certezza da incrementare quotidianamente. Il tarlo più corrosivo della fede si insinua proprio qui, quasi che l'amore di Dio sia un premio alla mia bontà, mentre è vero esattamente il contrario: Dio non mi ama perché io sono amabile, ma è il suo stesso amore a rendermi tale! È questa certezza a dare ali alla mia fede, a spingermi a gettarmi tra le braccia dell'Amante più fedele, l'Unico che preceda sempre e in modo sovrabbondante.

Credo, Signore, nel tuo amore e ad esso mi abbandono con immensa fiducia.

La voce della fondatrice dei focolarini

Dobbiamo aprire gli occhi e scoprire quale fortuna possediamo spesso senza saperlo. Non siamo soli su questa terra. C'è l'amore; abbiamo un Dio Amore che non ci abbandona al nostro destino, ma ci vuole accompagnare, custodire, aiutare, che non lascia alla sola iniziativa degli uomini il rinnovamento della società, il raggiungimento della pace, ma è il primo che se ne prende cura.
Chiara Lubich