Omelia (31-05-2013) |
Riccardo Ripoli |
Raggiunse in fretta una città di Giuda Quando qualcuno ci chiede aiuto e noi dobbiamo fare mille cose siamo chiamati a fare una serie di scelte, innanzitutto se aiutarlo o meno, dopodiché quando aiutarlo, ed infine come. Sul fatto di aiutare una persona che ha bisogno di noi si gioca l'eterna partita tra egoismo ed altruismo ed è logico che la voce della coscienza, sia per chi abbia Fede o meno, spinga all'apertura verso l'altro. L'egoismo è qualcosa che ci fa' chiudere nel nostro bozzolo e non è una cosa buona né per noi né per gli altri. Tralasciando l'argomento altruismo, ipotizzando che ciascuno di noi sia propenso ad aiutare chi ha bisogno, si pone un'altra questione: quando aiutarlo. La cosa non è di poca rilevanza, in quanto potremmo anche fare una bella figura con gli altri e con la nostra anima e dire "si ti aiuto" e poi non avere mai il tempo per farlo, rimandare e ancora rimandare finché l'altro non si stufa e si rivolge altrove o smette di importunarci. Non solo è egoismo mascherato da altruismo, ma c'è anche una buona dose di falsità perché se una persona vuole veramente aiutare, il tempo lo trova. Se proprio uno non può, sarebbe meglio che lo dichiarasse anziché dare la propria disponibilità. Andiamo oltre. Arriva il momento in cui troviamo il tempo di fare ciò che ci viene chiesto, e qui ci troviamo dinanzi ad un altro bivio: come aiutare quella persona. Non intendo in quale modo "tecnico", bensì con quale predisposizione d'animo. Cosa provereste voi se nel chiedere un favore a qualcuno, questi ve lo facesse a tirare via, con il muso, facendovi pesare la cosa? Se proprio non fossimo con l'acqua alla gola saremmo tentati di dire "no grazie, non mi aiutare più". Da qui si ricava: 1) Aiutare chi ha bisogno di noi 2) Farlo subito mettendo la persona al primo posto 3) Farlo bene e con il sorriso Diceva Madre Teresa "meglio donare un pezzo di pane con un sorriso, che una tavola imbandita senza un sorriso" Uno dei più bei ricordi che ho di mio padre è che aiutava tante persone con il suo lavoro di commercialista, e mi diceva sempre "coloro che decidi di non far pagare devono avere la precedenza sui clienti paganti per non farli sentire inferiori ed anche perché è un piacere poterli aiutare e non un dovere o un sacrificio. La Madonna ci insegna questo con la sua vita: era in attesa di Gesù, ma appena sa che la cugina aspetta un figlio si precipita da lei per aiutarla, senza che nemmeno le fosse stato richiesto. Il problema sorge quando in una giornata hai tante persone da aiutare e non hai il tempo materiale per aiutarle tutti, devi per forza rimandare quelli che non hanno urgenza, trovandoti a fare delle valutazioni che potrebbero essere facilmente sbagliate. Ma questa è un'altra storia. |