Omelia (01-06-2013) |
Riccardo Ripoli |
Con quale autorità fai queste cose? Spesso veniamo provocati con domande o attacchi che fanno male, specie quando pensiamo di fare la cosa giusta. Nel cammino dell'Associazione le provocazioni sono state tante. All'inizio, poco più che ventenne, rispondevo parola per parola, cercavo di contrastare il mio interlocutore, finanche ad arrabbiarmi, ma non mi rendevo conto che qualunque cosa potessi di dire, l'altro voleva solo provocarmi, trovare il marcio in quello che facevo, denigrarmi o sminuirmi e nessuna ragione lo avrebbe portato a cambiare quell'idea precostituita che si era fatto. Ottuso è colui che non dialoga, che non è aperto alle spiegazioni dell'altro per quanto possano sembrare strane o difficili da capire. Gesù nel Vangelo ci mostra questo aspetto della natura umana e ci insegna come comportarci. Alla domanda dei farisei "Con quale autorità fai queste cose?" relativamente alle Sue opere di bene che faceva per il prossimo, Gesù risponde con una domanda "Giovanni battezzava autorizzato da Dio o dagli uomini?" Non vollero rispondere per paura di darsi la zappa sui piedi e così facendo anche Gesù non rispose loro. L'insegnamento che dobbiamo trarne è quello di non rispondere alle provocazioni, lasciar perdere, andare per la propria strada, sarà poi Dio a giudicare gli uni e gli altri. Oggi ho imparato, ma è un cammino difficile, a non rispondere più di tanto. Se qualcuno mi attacca provo il dialogo, ma laddove vedo che c'è chiusura mi fermo perché so che non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire. |