Omelia (15-06-2013) |
Riccardo Ripoli |
Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no Ieri parlando con uno dei miei bimbi gli ho promesso una cosa e lui, subito di rimando, mi ha chiesto "quando?" Non lo so, gli ho risposto, ma stai certo che ciò che ti ho detto prima o poi lo faremo. Da sempre abituo i miei ragazzi a mantenere la parola data e sono il primo a non sgarrare mai, salvo le eccezioni che non dipendono dalla mia volontà, ed anche per questo non sono abituato a fare promesse, preferisco attendere a parlare. Se ade esempio decidiamo di portarli in vacanza, tengo la cosa per me fino all'ultimo perché l'impedimento è sempre dietro l'angolo. Loro sanno, nel bene come nel male, che quello che dico faccio, che si tratti di un premio o di una punizione. I bambini, specie chi arriva in affido senza nessuna regola, ha bisogno di certezze e se noi genitori le diamo loro, anche i ragazzi impareranno a rispettare la parola data. Dicevo proprio ieri ad una persona "se avessi un euro per ogni promessa che mi è stata fatta e non mantenuta, oggi sarei milionario". Purtroppo oggi si è perso il valore del rispetto della parola, ma se lo insegniamo ai nostri figli è un principio che tornerà ad esistere, basta impegnarsi noi per primi dando il buon esempio. |