Omelia (21-06-2013)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Seconda Corinti 11,30

Se è necessario vantarsi, mi vanterò della mia debolezza
2Cor 11,30


Come vivere questa Parola?

Meditando sulla seconda lettera ai Corinzi, continuiamo a seguire «il curriculum vitae di un apostolo di Gesù Cristo per volontà di Dio» [cf Angelo Colacrai, Forze dei deboli e debolezza dei potenti, 358]. Di fronte a chi sfrutta e colpisce le membra più deboli di una comunità, Paolo non esita a ‘vantarsi' delle sue debolezze che però diventano la sua forza nella sua premura pastorale ed apostolica per una chiesa indebolita dai contrasti, incoerenze, competizioni, orgoglio...

Paolo si vanterà, ma non come i suoi rivali. Il suo vanto è la "stoltezza", una catena ininterrotta di sofferenze, lotte, difficoltà incontrate nella predicazione... Si vanta con misura e non oltre, e da questo impara l'umiltà e la mitezza. Si vanta di essere un debole, ma come e «in» Cristo di cui è un apostolo. Un apostolo in ansia per chi gli è affidato, preoccupato e zelante ma intento affinché nel suo annuncio si manifesti solo la forza e la potenza di Cristo.

Un'indicazione di vita spesa tutta per il Vangelo ci donata anche dalla vita del giovane religioso di cui oggi ricorre la memoria. Invochiamo la sua intercessione:

Signore Gesù, che hai rivelato a san Luigi il volto del Dio amore, e gli hai donato la forza di seguirti rinunciando a tutto ciò che al mondo appariva prestigio e ricchezza, di spendere la sua vita per i fratelli, nella letizia e nella semplicità di cuore, concedici, per sua intercessione, di accogliere il tuo disegno sulla nostra vita e di comunicare a tutti i fratelli la gioia del Vangelo, il sorriso della tua presenza d'amore. Fa' che la tua croce sia, come lo è stata per Luigi Gonzaga, la nostra consolazione, la nostra speranza, la soluzione dei problemi oscuri della vita, la luce di tutte le notti e di tutte le prove.
(dalla preghiera del Card. Carlo Maria Martini a san Luigi Gonzaga)