Omelia (20-06-2013) |
Riccardo Ripoli |
Se voi infatti perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi Quando si parla di perdono molti fanno orecchie da mercanti, oppure dicono "perdono, ma non dimentico" e così dicendo mantengono vivo il rancore che si alimenta ad ogni parola, cche è come ossigeno per il fuoco della rabbia. Cosa intendiamo per "perdono", ma sopratutto, cosa dobbiamo intendere con la parola perdono? Di noi livornesi dicono tante cose, molte sgradevoli, ma una cosa certa è che abbiamo l'arrabbiatura facile, ma difficilmente serbiamo rancore verso qualcuno. Fermo restando che non ci si dovrebbe arrabbiare e mantenere la tranquillità di un dialogo costruttivo, è umano che ogni tanto veniamo colti dall'ira ma, quando ciò dovesse accadere, ricordiamoci sempre di cercare la pace con quella persona. Ai miei ragazzi, così come la mia mamma faceva con me, cerco sempre di insegnare a fare pace il prima ossibile, a cercare il dialogo anche quando pensiamo di avere ragione perché se aspettiamo che l'altro venga da noi, potrebbe volerci molto, molto tempo o addirittura non accadere mai. I miei bimbi allora mi rispondono un po' sorpresi "dobbiamo chiedere scusa anche quando abbiamo ragione?" Certo che si, magarai potreste scusarvi del fatto di aver alzato la voce perché, a prescindere da chi abbia iniziato ad urlare, gridare non è mai una bella cosa. E' un po' come se qualcuno mi tirasse un pugno ed io facessi lo stesso. Il mio errore è comunque certo perché le mani non si devono mai alzare. Ritengo che in ogni discussione, lite o guerra che sia la ragione non risieda mai da una parte soltanto, e se cominciasse anche uno solo dei contendenti a chiedere scusa per la parte che palesemente ha errato, il dialogo sarebbe già iniziato. Al di là però delle scuse formali o meno, il perdono verso è un qualcosa che risiede nell'animo, che trova spazio nel cuore di ognuno di noi. Dobbiamo allenarci perché una delle cose più difficili da compiere sia proprio quella di perdonare fino in fondo, vedere l'altro come fratello, magari un fratello che ha sbagliato, ma sempre "carne della nostra carne": "fratello uomo". Guardiamo la nostra vita, analizziamola e ci accorgeremo che anche noi abbiamo tanto da farci perdonare, tanti errori in parole dette male, cose fatte con un secondo fine calpestando qualche diritto altrui, cose non fatte quando la nostra azione, magari con piccolo sacrifcio, avrebbe potuto fare la differenza per un altro. Se il mondo è dei furbi è solo perché anche noi, quando ne abbiamo l'opportunità, ci comportiamo come tali. Avendo tanto da farci perdonare da Dio, se credete, o dall'umanità ritengo che se cominciamo noi a perdonare, a nostra volta troveremo qualcuno, Dio in primis, disposto a passare sopra i nostri errori. |