Omelia (22-06-2013)
Riccardo Ripoli
Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?

Ci sentiamo realizzati quando arriviamo ad avere più di ieri, senza peraltro mai accontentarci. Raramente sento qualcuno essere pienamente soddisfatto della propria vita. Ieri ho svegliato i bimbi e prima di dar loro colazione li ho portati a fare il bagno in piscina. Erano radiosi e felici. Prima di tuffarsi, come di abitudine, sono andati a fare la doccia ed una delle bimbe ha brontolato perché l'acqua era fredda, ma altre due le hanno risposto di getto dicendole "bisogna accontentarsi, guarda che meraviglia che abbiamo". E' importante non cercare di avere sempre di più, non affannarsi per un lavoro migliore, per uno zero in più sul conto corrente, per la macchina più grande. Se dedichiamo la nostra vita agli altri, se smettiamo di pensare a noi stessi come centro dell'universo attorno al quale tutto e tutti debbano ruotare, ci accorgeremmo come Dio ci doni molto più di quanto noi si possa mai arrivare ad avere. Quando morì la mia mamma, dopo nove mesi di dolore e grande indecisione sul mio futuro, presi nuovamente in mano le redini della mia vita e reagii a quel momento così difficile. Da allora nacque l'Associazione "Amici della Zizzi", ma non era ancora per me chiaro che fosse una scelta di vita così radicale come poi è stato. Passai diversi anni ad interrogarmi sul mio futuro, intanto studiavo e lavoravo in ufficio con mio padre, ma l'attrazione verso una scelta dedicata solo ai bambini era sempre più forte. Il dubbio più grande che avevo era quello relativo a come sbarcare il lunario nella quotidianità, come mi sarei guadagnato da vivere? Tutti mi dicevano, mio padre per primo che mi voleva commercialista al suo fianco, che avrei potuto seguire l'associazione nel tempo libero ed in molti pensavano che sarebbe stata una fuocata che avrebbe visto il termine nel giro di pochi anni, magari perché preso dai mille pensieri della vita. Il desiderio però in me cresceva ed un giorno d'estate il pensiero era martellante, indeciso davanti al bivio tra il dedicare la mia vita ai bimbi o diventare un dirigente d'azienda. La sera prima di andare a letto leggo sempre un passo del Vangelo per addormentarmi con la parola di Dio nel cuore, e quella sera dissi "Signore aiutami tu a capire cosa devo fare della mia vita" ed aprii il Vangelo a caso. C'era scritto "Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro?
E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro.
Ora se Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi? Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? Il Padre vostro celeste sa che ne avete bisogno.
Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta".
Chiusi il Vangelo e ringraziai Dio per aver illuminato il mio cammino. La decisione fu presa e da allora ogni giorno è dedicato ai bambini, all'Associazione, all'affido, e se tornassi indietro, tanta è la gioia di questa scelta, la rifarei altre mille volte.