Omelia (25-06-2013) |
Riccardo Ripoli |
Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro Spesso i ragazzi mi domandano come si faccia a capire ciò che è giusto e ciò che non lo è. Rispondo loro che è molto semplice, basta che facciano agli altri quello che vorrebbero fosse fatto a loro. Ti piacerebbe se ogni volta che fai una cosa fatta bene ti venisse detto "bravo, ben fatto"? Ed allora anche tu dillo a chi vedi fare bene, indipendentemente che si tratti di un tuo compagno o di un adulto. Ti fa piacere ricevere un sorriso, una carezza? Anche tu quindi dona la tua gioia a chi incontri. Ti piace essere accolto, amato, rispettato? Anche tu perciò accogli, rispetta ed ama chiunque incontri. Non ci sono regole difficili da seguire per avere una bella vita, basta soltanto trattare gli altri come vorremmo essere trattati noi. Urlare, arrabbiarsi non è mai una cosa buona, eppure lo facciamo spesso, io per primo. Ma come ci rimarremmo se fossero gli altri ad urlare contro di noi? Come staremmo nell'essere ripagati con la stessa moneta? Ci può stare il nervoso, le preoccupazioni, i problemi, ma non bisogna eccedere, non bisogna trovare nelle pieghe della vita il pretesto per comportarsi male con il prossimo, altrimenti potremmo arrivare a giustificare tutto. Quante volte tra ragazzi sento dire "ho dato un pugno, una spinta, ho litigato perché lui mi ha offeso", o magari adulti che picchiano la moglie, o addirittura la uccidono, convinti di essere dalla parte della ragione per vari motivi. Ma qualunque sia la causa scatenante di un impeto d'ira, non può mai essere una giustificazione a trattare male chi abbiamo vicino, specie se ci vuole bene, ci porta rispetto e ci sopporta. |