Omelia (26-06-2013) |
Riccardo Ripoli |
Dai loro frutti li riconoscerete In qualunque situazione ci si trovi, che si tratti di un\'Associazione come la nostra, di un ente, di un politico, di una famiglia è facile trovare chi li osanni e chi magari abbia invece un\'opinione negativa. Talvolta chi parla male è una malalingua, oppure si è fidato del parere di altri di cui ha fiducia, o ancora la sua esperienza e cultura lo porta a vedere nero laddove altri vedono bianco. Fa parte del gioco e chi è tutti i giorni sul palcoscenico della vita sa benissimo che riceverà più critiche che applausi. Molte persone purtroppo ricercano il male anche dove non ci sia. Non esistendo la perfezione c\'è sempre qualcosa che non va bene, specie se il giudizio arriva da più fonti. Se adesso prendete la macchina, o la barca o la moto ed uscendo le forze dell\'ordine vi facessero un controllo, quanti di voi sarebbero perfettamente in regola? Il battistrada delle gomme, l\'assicurazione non esposta in barca, i fanali leggermente sporchi, il giubbotto per le soste d\'emergenza. Ognuno di noi sarebbe passibile di critica, ma da cosa si vede se un politico, un medico, un\'associazione sono meritevoli della nostra fiducia e supporto? Dai frutti. Un albero non lo giudicate dal tronco, dalla grandezza, dalla robustezza, dal colore delle foglie, ma dite \"è un buon albero\" se produce frutti che siano buoni da mangiare, fiori che odorino di buono, che diano un\'ombra ampia, che vi diano quindi il frutto che da loro vi aspettate. La nostra Associazione produce frutti da 27 anni anni, ha accudito 500 bambini e ragazzi, ha fatto conoscere l\'affidamento a centinaia di persone. Questi sono i nostri frutti. Purtroppo in Italia non esiste la meritocrazia. Il nostro compito non è quello di criticare a nostra volta chi ci denigra, chi cerca in noi qualcosa che non vada perché è inconcepibile per la gente che si possa crescere senza il supporto di un partito o della chiesa, ma è quello di andare avanti, di produrre ancora frutto, di rafforzare le radici dell\'albero potandolo e dandogli il fertilizzante giusto in buon dosaggio affinché possa fornire supporto anche per gli anni a venire. Ancora oggi qualche istituzione ci guarda di traverso perché non siamo allineati con nessun partito, non abbiamo tessere di appartenenza e cerchiamo il dialogo con tutti. Ma i nostri frutti sono i nostri ragazzi, quelli di ieri e quelli di oggi. Bambini che già dopo pochi giorni di cure e di amore cambiano atteggiamento, tornano a sorridere, imparano a stare alle regole. Ma la gioia più grande si ha quando i bimbi che non sono in affidamento, che vivono con noi una liberissima situazione di diurno, che possono decidere giorno per giorno se stare in casa propria o frequentare noi e decidono di seguirci, a volte anche litigando con i genitori che vorrebbero portarli su altre strade. Che soddisfazione quando un\'assistente sociale trova la ferma opposizione di un genitore che difende il nostro operato decantando i bei cambiamenti fatti dal proprio figlio. Dai frutti ci riconosceranno, ed è Gesù stesso a dire che \"Ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco\". Se dopo quasi 27 anni siamo ancora vivi e vegeti, se produciamo ancora frutto e la nostra passione non è scemata, anzi è aumentata, significherà pur qualcosa e chi denigra forse dovrebbe capire che il bene del prossimo passa anche attraverso noi. |