Omelia (03-07-2013) |
Riccardo Ripoli |
Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo Quando un genitore dice ad un figlio "studia perché se non ti fai una cultura nella vita avrai problemi", oppure "non frequentare certe persone perché poi ti trovi nei guai" molti ragazzi non credono, hanno bisogno di toccare con mano la realtà, sbatterci la testa, farsi del male. Ci sono tante situazioni in cui è bene farsi una propria opinione mediante un'esperienza diretta, ma tante altre nelle quali i ragazzi dovrebbero ascoltare maggiormente i genitori perché il momento della crescita è anche quello della formazione e non sempre è possibile riprender il filo di un discorso che possa interrompersi nell'adolescenza. La mia mamma smise di studiare a sedici anni, ma poi le tornò la voglia e arrivò, con enorme fatica mentre lavorava e aveva un figlio di dieci anni da accudire, fino alla laurea. Altri, e fra questi diversi dei miei ragazzi del passato, hanno smesso di studiare per inseguire il guadagno immediato o la voce della pigrizia ed oggi, quando ormai uomini e donne vengono a trovarmi mi dicono sempre "avessi studiate, vi avessi dato retta, adesso non sarei alla ricerca continua di lavoro ed avrei un futuro più roseo". Ma si impara solo domani ciò che dovremmo apprendere oggi. Questo vale anche per noi che spesso, nei confronti di Dio, siamo come adolescenti. Lui ci indica la strada, ci fa capire cosa sia giusto fare e cosa sbagliato, ma alla fine prevale in noi la pigrizia, l'arrendersi davanti alle difficoltà e preferiamo non credere alle parole aspettando i fatti, attendendo che il problema si presenti e allora, solo allora, siamo disposti, davanti all'evidenza, a riconoscere nella Parola di Dio la strada giusta da seguire. Così fece Tommaso, così facciamo anche noi ogni giorno, ma il Signore è paziente, come dovrebbe esserlo ciascun genitore con i propri figli, e perdona, seppur rimproverandoci, nella speranza che alla prossima occasione si sappia ascoltare maggiormente i consigli del Vangelo. Se per un adolescente è comunque necessario avere due genitori che lo seguono, oggi purtroppo non è così in moltissime famiglie, nei confronti di Gesù sappiamo che Lui è sempre presente, sempre attento, sempre disponibile. |