Omelia (06-07-2013) |
Riccardo Ripoli |
Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio Come è difficile vivere. In molti escono dalla vita, vuoi con il suicidio, andando a vivere per la strada, trovando soluzioni illegali ai problemi, chiudendosi in casa o in sé stessi. Ma la vita, per quanto difficile possa essere deve essere vissuta? Perché? Già, perché? Quante volte me lo sono domandato. Le belle parole di Madre Teresa in certi momenti non mi bastano, ma la risposta che mi do è perché tante persone hanno bisogno di me, così come io ho bisogno degli altri. Siamo uniti tutti come anelli di un'unica catena ed il nervoso, l'arrabbiatura, l'allontanarsi o il suicidarsi di uno è dolore, insegnamento negativo di altri, alimento negativo incessante che si propaga ad altissima velocità. E' vero che nessuno è insostituibile, ma non siamo tutti facilmente sostituibili nell'immediato con ottimi risultati. Se ad esempio in una grande azienda c'è un leader, ed i suoi sottoposti non hanno ancora le capacità di un capo, la scomparsa di questo top manager potrebbe portare al fallimento dell'azienda, o comunque alla perdita di molte posizioni, con conseguente insorgere di problemi in molte famiglie: operai licenziati, aziende più piccole ad essa legate costrette a chiudere, fornitori in affanno perché non pagati. Se una persona con responsabilità muore è volere di Dio e poco ci si può fare, se non cercare soluzioni meno dannose possibili per tutti, ma se una persona si allontana volontariamente o si uccide lo fa con la consapevolezza che metterà in crisi tanta altra gente. Se la catena si interrompe e l'anello immediatamente vicino non è in grado di sostituire il pezzo mancante, come nella natura delle cose, si è costretti a mettere un anello nuovo che, con la sua forza, rischierà di rovinare i due anelli più vecchi ai quali viene intrecciato. |