Omelia (10-07-2013) |
Riccardo Ripoli |
Li inviò dopo averli così istruiti Quando arriva da noi un ragazzo la prima cosa che facciamo è farlo sentire a casa sua, dargli quell'affetto che non ha avuto, quell'accudimento di cui ha diritto e bisogno. Quando arrivano da noi molti ragazzi non hanno strumenti per orientarsi nella vita, non conoscono le regole basilari di una convivenza civile, non conoscono il significato delle parole rispetto, altruismo, perdono, dialogo, amore. Sono abituati alla strada, a combattere ogni giorno per sopravvivere, hanno visto realtà difficili e si sono dovuti adeguare. Nostro compito è quello di istruirli, di far capire loro che amore non significa sesso ma aprire il proprio cuore all'altro; rispetto non è il "baciar le mani" al più forte, ma è chinare il capo davanti al più debole, al più bisognoso delle nostre cure; altruismo non è ciò che gli altri devono compiere nei nostri confronti quando stendiamo la mano, ma è condividere la propria vita, le proprie risorse con coloro che hanno avuto meno di noi; perdono non si ha quando imbrogliamo gli altri ed evitiamo il carcere chiedendo scusa per le nostre malefatte, ma è andare oltre l'ira che a volte ci accieca quando subiamo un torto; dialogo non è esser bravi a conquistare le persone per i nostri interessi, ma saper parlare con tutti cercando di capire la posizione dell'altro anche per trovare una mediazione utile a vivere bene insieme. Dobbiamo far loro vedere che non tutti i genitori sono abusanti o anaffettivi, che non tutte le forze dell'ordine agiscono con cattiveria, che non tutti i giudici mandano in galera. Ed ancora, che non si ruba se ne abbiamo l'opportunità, non si usa violenza se vogliamo una cosa a tutti i costi, non si abbandona un posto o una persona o un gruppo se ci troviamo male se prima non abbiamo tentato il dialogo. Non solo dobbiamo farlo con i ragazzi in affidamento, ma anche con i nostri figli che oggigiorno imparano a comportarsi male dalla società che ci circonda. I ragazzi sono come spugne e apprendono tantissimo dal mondo esterno. Non restiamo a guardare, non lasciamo che i nostri figli vengano educati dalla televisione, dai videogiochi violenti, dai venditori di sesso o di morte. Istruiamoli con il dialogo costante, inondiamoli del nostro amore continuamente, diamo loro delle regole da seguire ed aiutiamoli a rispettarle. Il Vangelo è pieno di bellissimi insegnamenti, ed anche se non credete in Dio, il Vangelo resta sempre un'ottima guida per donare sani principi ai nostri figli |