Omelia (11-07-2013) |
Riccardo Ripoli |
Noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne otterremo? Quanto lavoro c'è da fare in un'Associazione come la nostra. Mi fa rabbia vedere tante persone che buttano via la loro vita chiedendo l'elemosina ad un angolo della strada, trascorrendo giornate intere senza fare nulla, serate in discoteca per poi rincasare all'alba e dormire fino a mezzogiorno, magari con la scusa di non trovare lavoro. Come si fa a dire "non trovo lavoro" quando c'è così tanto da fare? Come dite? Un conto è il lavoro retribuito ed un conto è il volontariato? A parte il fatto che dissento quando mi fanno una simile affermazione perché il "lavoro" è lavoro, indipendentemente se retribuito in denaro o meno, se sotto contratto o come volontariato. Io mi sveglio al mattino prestissimo e quando arrivo all'ora di pranzo ho già fatto otto ore lavorando, affrontando mille rogne, promuovendo l'affido, rispondendo a chi voglia avere un parere o un aiuto, organizzando iniziative per pagare le bollette, giocando con i ragazzi di altri e insegnando loro le regole di vita. E' un bellissimo lavoro, mi piace, mi entusiasma, mi gratifica, ma quanto è duro. Come è difficile far capire alle persone quanto bene potrebbero fare con poco sforzo, convincerle a dare una mano non a me ma a tanti bambini, parlare con i politici che hanno un linguaggio e interessi diversi dai nostri. Ma poi, chi lo dice che un lavoro per essere tale debba essere retribuito in denaro? Ci sono mille forme di retribuzione e la gratificazione è forse la più bella e completa. Avete mai provato a faticare tanto per aiutare un ragazzo ad uscire da una brutta situazione? Vi garantisco che quando questo accade tute le fatiche affrontate si sciolgono come neve al sole ed è un po' come andare a pescare, stai lì con la canna in mano per ore, sempre attento ad ogni minimo movimento del cimino, ma nulla si muove, a volte ti sembra ma è un falso allarme. Ma ad un certo momento ecco un piccolo movimento, qualcosa c'è che sta mangiando l'esca, lasciamolo fare, attendiamo. Ecco, ora si che il colpo è deciso, ora si che ha abboccato e l'attesa, la fatica, la sveglia al mattino presto, il sole cocente o il freddo pungente sono alle spalle come un ricordo lontano. Tutto il lavoro di preparazione è stato ben ripagato ed il bambino è salvo, è su una strada buona, adesso il futuro è nelle sue mani, i torti subiti fanno parte del passato e possono essere un punto di forza per andare avanti. In questi anni mi hanno proposto diversi lavori di prestigio, ma quello che faccio per i miei ragazzi lo faccio per passione e non c'è nessuna retribuzione in denaro che potrebbe farmi cambiare strada. Per chi ha Fede c'è la rassicurazione di Gesù che chiunque "avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna". Non faccio le cose per averne un contraccambio e quando presi la mia decisione di aiutare i ragazzi men che mai pensavo ad avere un benché minimo ritorno, ma devo dire che in tutti questi anni ho avuto molto di più di quanto mi sarei mai potuto aspettare. Non gettate la vostra vita non facendo nulla, qualcosa da fare c'è sempre e la paga è più che abbondante. |