Omelia (16-07-2013) |
Riccardo Ripoli |
Se in Sòdoma fossero avvenuti i miracoli compiuti in te, oggi ancora essa esisterebbe Cosa facciamo quando uno dei nostri ragazzi se ne va per la sua strada? Cosa facciamo quando si allontana da noi, quando sceglie la libertà, quando decide di abbandonare i principi che gli abbiamo insegnato, quando diventa egoista e pensa solo alla sua vita? Nulla, non facciamo esattamente nulla. Perché? Perché è giusto così, perché una persona ha il diritto delle sue scelte, ha il diritto di cambiare strada rispetto a quella da noi indicata, ha diritto ad allontanarsi, ha diritto a scegliere tra il bene ed il male. Cosa fa Gesù con noi quando ad ogni bivio della nostra vita prendiamo la strada a Lui meno gradita e ci allontaniamo dalla Fede? E' Dio stesso a darci la libertà di scegliere e rispetta le nostre scelte. Non viene a tirarci le orecchie o a dirci che stiamo sbagliando, ma resta in attesa, ci fa sentire il profumo della Sua presenza, ma non agisce. Attende. Vuole che siamo noi a tornare da Lui quando abbiamo capito il nostro errore. Anzi, quando ci capita qualcosa ci resta vicino come nessuno mai potrà fare. Credo che se parlassimo ai ragazzi una volta che si sono allontanati da noi rischieremmo di rinforzarli nella loro scelta di allontanarsi. Il compito che il Signore ci chiede di eseguire nei confronti del prossimo è di essere vicini. Se sbagliano, se peccano, se cambiano strada noi dobbiamo esserci e loro lo devono sapere, ma non dobbiamo invadere il loro spazio, devono sentirsi liberi di decidere. Nel passato mi meravigliavo davanti alla parola di Dio quando diceva "andate a predicare e se non vi apriranno scuotete la polvere dai vostri calzari e andate via". Mi domandavo coma mai Gesù non volesse che noi insistessimo, come mai avremmo dovuto lasciarli nel peccato. Recentemente mi sono dato una risposta. Lui non li ha abbandonati, ha detto a noi di farlo perché le nostre forze sono limitate, il nostro tempo contingentato ed il lavoro nella vigna è tantissimo. D'altra parte è Lui il nostro datore di lavoro e a Lui dobbiamo obbedire. Ma nel Vangelo non c'è scritto cosa farà Dio dopo che noi ci saremo tolti la polvere dalle nostre scarpe. Sono certo che, dopo averci mandato in avanscoperta, arriverà Lui per sedersi vicino a quella casa, per far sentire la gioia del perdono, pur lasciando liberi costoro di accettare quel dono grande. Così faccio da sempre con i miei ragazzi. Parlo con loro ogni giorno, non perdo occasione di sottolineare la bontà di un'idea o di un principio. A volte vedo che ascoltando, altre sospirano e fanno finta di ascoltare. Finché sono con me dialogo il più possibile, ma quando prendono il volo, quando decidono che sono divenuti uomini e donne capaci di gestire la loro vita, quando pensano di avere il mondo nelle loro mani e poterlo gestire a piacimento, lascio che spicchino il volo, che si allontanino dalla mia vista, anche se li porterò sempre nel mio cuore uno ad uno. Qualcuno ritorna dopo qualche anno, altri si perdono nella nebbia della vita, ma la mia gioia è sapere che il Signore non li abbandonerà mai, che forse quelle briciole del pane dei principi che ho messo loro in tasca un giorno serviranno per ritrovare la strada difficile fatta di valori, principi e regole da rispettare. Li affido tutti a Dio quando partono con la loro valigia piena di sogni, prego Maria ogni giorno perché possano sentire il suo abbraccio materno, quell'abbraccio che io non posso più dare loro perché il mio compito è stato assolto, se bene o male sarà poi il Signore a giudicarlo, e altro non posso fare che attendere un loro eventuale ritorno. La mia gioia è nell'affido di questi bambini da parte di Dio e la possibilità di averli portati alle soglie della vita donando loro un paio di ali che, spero, permetteranno loro di librarsi in volo e superare le vette aguzze senza farsi troppo male |