Omelia (17-07-2013)
Riccardo Ripoli
Hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli

Quando facciamo la riunione la sera accade spesso una cosa strana. Nel parlare di valori e principi cerco di interagire con i ragazzi facendo loro qualche domanda affinché siano loro a tirare fuori i vari aspetti da esaminare. I ragazzi più grandi, certamente più esperti per la maggiore esperienza della vita e per aver toccato più volte certi argomenti tentano di rispondere e dialogare facendo mille giri, cercando di andare oltre la semplicità della domanda pensando all'aspetto filosofico o mirando al punto di arrivo. I più piccoli invece rispondono con parole semplici, con concetti base, con la povertà che contraddistingue un bambino, e sono loro a cogliere nel segno più dei grandi. In queste occasioni mi viene spesso da dire ai ragazzi "siate semplici" ed è un monito che faccio anche a me stesso. Quante volte usiamo concetti che in pochi capiscono, siamo complicati, eppure è nella semplicità che ci si capisce meglio, è nella semplicità che il dialogo è migliore.
Don Luigi era un sacerdote da battaglia, in molti lo avevano in antipatia perché non si peritava a dire come la pensava a ciascuno, si interrompeva durante la messa se qualcuno parlava, o brontolava se la gente arrivava in ritardo e diceva "se vai alla stazione a prendere il treno delle 8:23 non arrivi alle 8:25 perché il treno è già partito, così se arriva alle 10:00 non scendi alle 9:55 altrimenti ti fai del male, allora perché arrivare alla messa in ritardo o andare via prima?". Aveva un modo di parlare semplice, raccontava spesso aneddoti, storielle, sue esperienze personali per far capire alla gente il messaggio di Dio sull'esempio di Gesù che parlava in parabole. In molti lo criticavano anche per questo, pensavano a lui come ad un uomo senza cultura che non era in grado di parlare in termini scelti e difficili, ed in molti con una certa cultura disertavano le sue messe. Mio padre era tra questi. Un giorno lo trascinai con me alla sua messa e mio padre in seguito lo biasimò perché, a suo dire, non esponeva bene i concetti teologici. Una sera lo invitai a cena da noi e mio padre lo provocò, gli pose delle domande difficili usando parole scelte, ma Don Luigi non si lasciò impressionare e rispose a tono facendo rimanere di stucco mio padre che da quel giorno con obiettività si ricredette sul suo conto.
Penso che se il Signore ci ha parlato con semplicità è per far capire a tutti, ma paradossalmente chi ha più cultura chiude la mente alla semplicità, nella Fede come nella vita.
Il Signore parla ai piccoli, agli umili di cuore, a coloro che, come Don Luigi, pur avendo una grande cultura restano umili, non sono arroganti, presuntuosi.
A ben pensarci, quanto cammino dobbiamo fare tutti, io per primo. Il primo passo verò l'umiltà è riconoscere il proprio orgoglio.