Omelia (01-08-2013) |
Riccardo Ripoli |
Una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci Quanta gente incontriamo nella nostra vita, quante persone varcano la soglia delle nostre case, quanti si fermano a dormire con noi con le quali condividiamo pezzi di strada o l'intero nostro cammino. E' un po' come andare a pescare con la rete, la caliamo in mare e attendiamo e tanti saranno i pesci che in essa vi entreranno, ma soprattutto saranno di varie specie e diverse dimensioni. Il compito che ci viene richiesto, da Dio per chi ha Fede, dalla natura delle cose per chi non sia credente è quello di catturare l'attenzione del nostro prossimo, parlare loro delle nostre esperienze, dei valori e principi in cui crediamo con lo scopo di propagandarli, condividerli per migliorarsi a vicenda, trasmetterli a chi non li conosca, insegnarli alle generazioni future. E' bellissimo quando due realtà si incontrano, due realtà, come sta avvenendo da noi in questi giorni, che vengono da esperienze molto diverse tra loro nella forma, ma che hanno alla base identici principi, seppur applicati in ambiti e situazioni differenti. Stasera avremo con noi un terzo gruppo, una parrocchia che il Signore ha fatto in modo che incontrassimo in circostanze fortuite e, ne sono certo, ritroveremo gli stessi valori di solidarietà, amicizia, altruismo. E' con noi da qualche giorno anche un ragazzo musulmano che partecipa molto volentieri ed attivamente alle nostre riunioni ed è bellissimo vedere anche con lui questa identità di vedute perché se noi pesci siamo di forme e colori diversi, siamo tutti pesci che vivono in questo grande mare che è la vita, tutti impegnati a procurarci quel cibo spirituale di cui sentiamo fortemente la necessità per sopravvivere. Chi è razzista, chi pensa che siamo dissimili solo perché abbiamo la pelle di un altro colore, o perché ci piace vestire in un modo piuttosto che in un altro è solo un povero stolto che della vita non ha capito nulla |