Omelia (16-05-2004)
LaParrocchia.it
Fedeltà alla Parola

La fedeltà alla quale Cristo chiama i suoi discepoli, è una fedeltà attiva e creatrice: è una attenzione continua alla sua parola per sentirla, comprenderla, assimilarla, incarnarla in ogni nostro atteggiamento. E giacché è indispensabile a chi vuole che il Signore abiti in lui, facciamo alcune riflessioni sulla fedeltà.

- Che cos'è la fedeltà. Essere fedele significa rispettare le clausole di un contratto, liberamente stipulato. Ora tra Dio e noi è stato concluso un contratto sacro con la mediazione di Gesù Cristo: per amore Dio ha fatto di noi i suoi figli, col dovere di comportarci come tali e di sottometterci amorevolmente alla sua santa volontà.

- E una fedeltà del cuore, più che una fedeltà alla lettera. Più che mirare all'osservanza meticolosa di precetti e dileggi, di riti e di tradizioni, richiederà l'impegno di uniformare la propria vita a questa forma vivente che si chiama Gesù Cristo. Solo così potremo evitare il rimprovero fatto da Dio a Israele: "Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me".

- I frutti di questa fedeltà. Intesa in questo modo, essa ci fa vivere da veri figli di Dio, sull'esempio di Cristo che incarna in sé tutte le esigenze dell'amore. Essa fa maturare tutti i frutti dell'amore: fecondità, dono di sé, dedizione agli altri, ansia di giustizia, di fratellanza e di pace; desiderio di annunciare il Vangelo, gioia per sé e per tutti, anche in mezzo alle difficoltà e alle prove. Essa fa del cristiano, secondo la più bella definizione che ne è stata data, "un altro Cristo".