Omelia (03-08-2013) |
Riccardo Ripoli |
Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista Di tante cose che possiamo chiedere dalla vita spesso domandiamo il male per altri, ormai con talmente tanta nonchalance da non farci più nemmeno caso. Gli "accidenti a te" si sprecano, "vai a morire te e chi sei" non si contano più, ma spesso siamo proprio lì a desiderare il male per qualcun altro, per il ladro che ci ha rubatola macchina, per l'amante della moglie, per un numero infinito di persone che hanno il torto di aver fatto qualcosa di male ai nostri occhi o, peggio, contro di noi. Non sarebbe meglio vivere in positivo perdonando chi ci ha fatto del male e lasciare a Dio il giudizio su chi e come punire? Non si vivrebbe forse meglio ingoiando un po' di rospi ed evitando di farsi il fegato amaro? Erode promise alla figlia di Erodiade, che tanto bene aveva danzato, qualsiasi cosa le avesse chiesto, persino metà del suo regno. Ma ci pensate quanta ricchezza poteva pretendere quella ragazza dal vecchio re? Quanto bene avrebbe potuto fare con tutto quel denaro? Invece cosa chiese? La testa di un sant'uomo come Giovanni Battista, un uomo che aveva l'unica colpa di dire ciò che pensava, senza paura, convinto delle sue idee, un uomo di pace e non di guerra che tanto del bene avrebbe fatto. Anche noi spesso perdiamo il lume della ragione e chiediamo a Dio che riservi ad altri tutto il male possibile. I ragazzi che arrivano da noi sono spesso pieni di rabbia contro chi ha fatto loro del male, contro la polizia che ha messo i genitori in prigione, contro giudici ed assistenti sociali rei di averli strappati dalle loro famiglie. La prima cosa che cerchiamo di insegnare loro è la pace, la tolleranza, il perdono, indipendentemente dalla Fede perché è solo con l'amore che si può costruire un mondo di pace e un futuro di speranza. Guerra e odio porteranno alla distruzione del mondo esterno e della nostra stessa esistenza. |