Omelia (08-08-2013)
Riccardo Ripoli
Voi chi dite che io sia?

Due sere fa ho chiesto ai ragazzi chi fosse per loro Gesù. Le prime risposte sono state "Creatore", "Maestro", "Padre", ma poi si è fatta larga fra tutte la parola "Amico" e si è aperta la discussione serale. In questo periodo abbiamo tanti bambini piccoli e preadolescenti e non sempre è facile creare interesse, ma alla parola "Amico" i loro occhi si sono illuminati. Non un Dio severo e serio, ma una "Persona" con la quale possiamo anche ridere e scherzare, condividere momenti di gioia, lasciarsi consolare e perdonare, arrabbiarsi per poi fare pace, camminare insieme. Una domenica siamo stati ad una messa di una parrocchia vicina alla nostra, da un sacerdote africano che avevamo conosciuto qualche mese fa. I ragazzi sono tornati allibiti ed entusiasti perché hanno visto una celebrazione strana, fatta di canti con i tamburelli suonati dalle donnine anziane, di coinvolgimento durante l'omelia con battute e domande, interessamento e spiegazioni per chi non avesse capito, una celebrazione lontana dagli stereotipi tradizionali, gli stessi che allontanano tanti giovani. Papa Giovanni Paolo II ci ha fatto capire che se vogliamo che i ragazzi si avvicinino a Dio si deve parlare il loro linguaggio fatto di suoni, colori, allegria. Dio è un amico e con un amico si ride e si scherza, così come si parla di cose serie. Oggi purtroppo in molte parrocchie si fa fatica ad allontanarci dal carattere serioso, ma credo che si debba tutti quanti camminare in altra direzione se vogliamo far conoscere Dio ai giovani.