Omelia (19-08-2013)
Riccardo Ripoli
Ho sempre osservato tutte queste cose; che mi manca ancora?

Ci domandiamo spesso quale ricetta dobbiamo adottare per mangiare bene, quale per avere successo, quale per avere un bel fisico, ma poco ci preoccupiamo di cosa dovremmo fare essere brave persone. Ci accontentiamo di quello che siamo e ci culliamo sul fatto che esista qualcuno peggiore di noi, che i nostri errori sono piccola cosa rispetto a quelli degli altri e spesso ci ergiamo come giudici supremi. Puntiamo il dito su coloro che sbagliano, ma non ci preoccupiamo di cambiare noi. Sarebbe opportuno se riempissimo la nostra vita di specchi e guardessimo gli altri attraverso di essi sovrapponendo la nostra immagine alla loro. Ci accorgeremmo che se diciamo ad uno "stupido" la nostra parte di scemenza sarebbe maggiore, così se diciamo "brutto" oppure "grasso" o "casinista". Se anche fosse che uno abbia alcune doti meno di noi, state certi che nel complesso vedremmo che non ci sarebbe differenza, se non addirittura che l'ago della bilancia penda a nostro sfavore. Ci riteniamo migliori, ci auto aduliamo, parliamo dei successi e nascondiamo i fiaschi, ci facciamo grandi con le nostre poche doti e nascondiamo i nostri tanti difetti. Che mondo migliore sarebbe se ognuno di noi imparasse l'autocritica, confidando negli altri, specie in coloro che abbiamo vicino e che ci vogliono bene, e cominciasse a cambiare anche e specialmente nei punti dove non reputa di essere in torto, quegli stessi punti che però altri ci indicano come sbagliati.
Non possiamo dire io sono onesto, non uccido nessuno, non tradisco il coniuge, sono un bravo genitore o un bravo figlio e quindi sono "bravo" anche se poi non amo il prossimo come me stesso, se vado in cerca della ricchezza, del lusso, del mangiare bene e abbondante. Se una persona ha fatto mille sacrifici, dove è scritto che sia "arrivata", che non debba fare più sforzi per migliorarsi?
Siamo tutti in cammino e tutti dobbiamo innanzitutto fermarsi un attimo a riflettere, prendere le persone di cui abbiamo fiducia e chiedere loro "cosa c'è che non va in me?" ed accettare il loro aiuto, il loro stimolo a cambiare.
Non sarà facile, ma è necessario per essere più belli dentro, per dare di più agli altri, per essere maggiormente apprezzati, stimati, amati e sopratutto per dare il buon esempio a coloro che guardano a noi come una luce da seguire, come i nostri figli.
Per essere bravi genitori dobbiamo continuamente migliorarci, e se pur non arriveremo alla perfezione faremo vedere lo sforzo concreto e continuo che mettiamo nel cambiare, i sacrifici che dobbiamo affrontare. Che senso ha dire ad un ragazzo "dimagrisci" se siamo i primi a ingrassare? Oppure ad un altro sii fedele alla tua ragazza se siamo i primi a flirtare con ogni donna che conosciamo?
Molte persone si sono allontanate dalla religione cristiana proprio per questo, perché noi cattolici, io per primo, diciamo tante belle cose, predichiamo valori e principi meravigliosi, ma raramente facciamo ciò che diciamo.
Ghandi diceva "se voi cristiani metteste in pratica il Vangelo, saremmo tutti cristiani"