Omelia (19-09-2013)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Luca 7, 48-49

Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i peccati?». Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va' in pace!».
Lc 7, 48-49


Come vivere questa Parola?

Gesù e il peccato

Gesù continua delicatamente a mettere a nudo le contraddizioni che attraversano il cuore e la mente di chi lo circonda. Il suo modo di evangelizzare passa attraverso parole, gesti ma soprattutto attraverso la creazione di situazioni che obbligano chi vi è coinvolto a pensare, ad elaborare una propria posizione rispetto agli accadimenti. È un apprendimento in situazione, che istituisce la necessità di creare una dinamica sintonia tra fede e vita, tra coscienza e realtà. I miracoli che sconfiggono la morte e la malattia esaltano la folla; il miracolo che rimette il peccato, invece, scandalizza, risulta un abuso di potere. Qui Gesù affonda la spada della sua parola che vuole svelare quello che c'è nel cuore dell'uomo. Un'operazione dolorosa che si mette a servizio della misericordia, della verità, della giustizia, della pace.

Signore, fa' che ci trafigga la bellezza del tuo perdono, dono riconosciuto a noi e a chi non ci sembra se lo meriterebbe.

La voce di Papa Francesco

La Chiesa nonostante tutte le lentezze, le infedeltà, gli errori e i peccati che può aver commesso e può ancora commettere in coloro che la compongono, non ha altro senso e fine se non quello di vivere e testimoniare Gesù: Lui che è stato mandato dall'Abbà "a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista, a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l'anno di grazia del Signore" (Lc 4, 18-19).