Omelia (01-11-2004)
padre Gian Franco Scarpitta
Un modo di rispondere a Dio

Si potrebbe affermare che la Solennità di Tutti i Santi suggerisce quale sia la nostra risposta al divino progetto di salvezza dell'uomo.
Andando con ordine, cercheremo di essere espliciti su quanto abbiamo appena affermato, e constatiamo innanzitutto che, come più volte abbiamo sottolineato, la nostra salvezza è resa possibile dal fatto che Dio per primo è intervenuto nella storia ai fini di riscattarci dalla schiavitù del peccato costituendo un popolo eletto, realizzando con questo le varie Alleanze, guidandolo verso la terra promessa in seguito alla liberazione dalla schiavitù dell'Egitto... e finalmente incarnandosi Egli Medesimo nel Nostro Signore Gesù Cristo. Questi è la Rivelazione nonché il Rivelatore della volontà di Dio: guardando a Gesù si accede infatti a Dio Padre e osservando il suo esempio si ottempera alla volontà di Dio su questo mondo, così come lui stesso aveva affermato: "Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me". "Io sono la via, la verità, la vita".
In una parola semplice: per fare su questo mondo la volontà di Dio ed essere salvi, è sufficiente imitare nostro Signore Gesù Cristo.
Ora, specialmente al giorno d'oggi, è possibile imitare in tutto e per tutto il Signore Gesù? Ci è possibile vivere secondo la sua parola e il suo esempio, nonostante le continue avversità e le seduzioni della carne e del mondo, che si rendono sempre più assillanti?

Ed eccoci alla Liturgia di oggi. Essa celebra nell'insieme l'eroismo e la costanza di innumerevoli persone che nulla hanno avuto di differente da noi quanto alla natura e alle condizioni sociali ed ambientali, né possono essere definiti dei "superuomini"; eppure in tutte le epoche, sia pure sotto aspetti, carismi e prerogative differenti, hanno sempre imitato Gesù Cristo alla perfezione e per questo i nostri altari li acclamano come Santi.
Leggendo l'agiografia (=biografia dei Santi) singolare di ciascuno di essi, non possiamo non accorgerci di molteplici tipologie di carattere, inclinazioni personali che variano da un soggetto all'altro, nonché situazioni epocali fra le più svariate. Ciascun personaggio si presenta secondo un carisma o una prerogativa particolare che di certo può corrispondere a quella di qualcuno di noi e anche il carattere di eroicità e di perseveranza nelle avversità vissuto nelle varie dimensioni non può che affascinarci. Potremmo affermare che in ciascuno di questi personaggi si rispecchiano le medesime aspettative e le ambizioni degli uomini di tutte le epoche, compresi noi uomini odierni, e che pertanto ognuno di noi potrebbe anche riscoprire la propria fisionomia e riconoscersi nella persona storica di un Santo.
Ma il loro comune denominatore è stata la fedeltà a Dio nell'imitazione radicale e determinata di Gesù: tutti hanno imitato Cristo alla perfezione e adesso ne contemplano la gloria senza fine, secondo l'immagine di cui alla seconda Lettura, tratta dall'apocalisse e intercedono per noi presso Dio. Certamente la loro posizione davanti all'Altissimo è privilegiata in ugual misura giacché Dio li ha provati tutti degni di sé allo stesso modo, ma possiamo impostare un certo ordine di importanza fra tutti questi personaggi, non possiamo fare a meno di collocare Maria al di sopra di tutti essi: la Madre di Dio, per aver accettato la speciale missione di rendersi apportatrice di salvezza nell'ospitare il Verbo di Dio, non può che meritare un privilegio particolare anche da parte dei nostri culti, che la collocano al di sotto di Dio e al di sopra di tutti gli altri Santi (Iperdoulìa)...
Come dicevamo all'inizio, la presenza di Tutti i Santi ci indica che parecchia gente ha corrisposto nella storia in termini di effettività al progetto di salvezza di Dio: se Lui ha voluto salvarci in Gesù Cristo, ciò suppone che da parte nostra si collabori alla salvezza e ci si disponga a seguire le orme dello stesso Salvatore; ora questo e nient'altro hanno fatto nella loro vita tutti questi personaggi oggi famosi a motivo del culto a loro dedicato.
Ma se gettiamo lo sguardo al termine "Santo", osserveremo che questo nelle Lettere Paoline e per estensione in tutto il Nuovo Testamento indica semplicemente il fedele, il membro della comunità ecclesiale... Insomma il cristiano stesso.
E infatti quella alla santità è la vocazione universale di tutti i battezzati e chiunque si definisca cristiano è votato ad essere santo (perfetto come Cristo). Il Documento ecclesiale Lumen Gentium sottolinea con forza questo assunto: prescindendo dalla specifica vocazione personale di ciascuno, tutti i membri del Corpo di Cristo sono tenuti a perseguire quale primario obiettivo la santità, e ad essere perfetti così come perfetto è stato Gesù Cristo. La certezza che parecchie persone connaturali a noi abbiano vissuto codesta vocazione ci garantisce che essa non è impossibile a realizzarsi; tanto più che nel nostro cammino verso la Santità siamo sempre assistiti dai mezzi di grazia e dal sostegno continuo dello Spirito Santo che agisce attraverso i Sacramenti, e la preghiera è il vincolo filiale con il Signore che ci aiuta a vincere le seduzioni del mondo e le tentazioni che ledono e offendono l'itinerario medesimo di santità. Non occorre pertanto scoraggiarsi né perdere la fiducia nel disporci verso questa meta indispensabile e considerare quale esempio fondamentale nonché sprone ed incoraggiamento lo stesso Cristo e la moltitudine delle persone le cui gesta eroiche oggi stiamo celebrando.

Per finire, ci permettiamo di osservare che la Santità non è affatto avulsa dalle esigenze reali della nostra con testualità epocale. Proprio perché in questa prospettiva si ribadisce vitalmente il messaggio evangelico nonché la vita stessa di Gesù Cristo, essa è in grado di costituire una risposta immediata ed appropriata a quelle che sono le sfide della cultura dell'oggi. La presenza di perfetti cristiani è testimonianza che il vangelo è sempre efficace nonostante la molteplicità delle situazioni di violenza e miseria morale che avvelenano il nostro quotidiano e infangano la dignità stessa dell'uomo.