Omelia (01-10-2013)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Luca 9, 54-56

"Signore vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi? Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio."
Lc 9, 54-56


Come vivere questa Parola?

Sotto il diverso modo di reagire al rifiuto dei samaritani possiamo leggere un diverso modo di vivere se stessi. Gesù, come ci ricorda il versetto all'Alleluia, è risoluto nella sua decisione di farsi servo fino alla fine, senza risparmio. E quando una decisione ha conquistato il cuore in maniera così totalizzante non c'è rifiuto che possa metterla in crisi.

Al contrario i due discepoli sono ancora dentro una logica di potere. Sentono di poter invocare un fuoco dal cielo e sono tentati di usare questa "capacità" per affermare se stessi e "consumare" chi gli si oppone.

In Gesù convivono la fermezza e la misericordia: fermezza nel compiere quanto deve, misericordia nel leggere i sentimenti che albergano nel cuore di coloro che lo avvicinano.

In Giovanni e Giacomo convivono invece desiderio di seguire il Maestro e la volontà di affermare se stessi e di difendersi ad ogni costo.

Ma un conto è indurire il volto per conseguire il bene, un conto è indurirlo contro qualcuno.

Dopo il rimprovero di Gesù il vangelo ci ricorda che tutti si rimisero in cammino: probabilmente per due discepoli il movimento fu non solo dei piedi ma anche del cuore: passare dall'usare un potere e la propria forza per difendersi ed attaccare all'usarli per decidere e ri-decidere ogni giorno di plasmarsi sulla forma del Cristo.

Tu vedi, mio Signore, la mia debolezza e il mio orgoglio. Osservi ogni giorno gli scudi che alzo davanti al volto di chi non è come me o mi rifiuta. Conosci la tentazione di usare le mie capacità per ferire e non per servire. Tu che mi ami così come sono aiutami ad assomigliarti sempre più.

La voce di una donna di fede

"Il perdono consiste nell'aprire a chi ti fa del torto la possibilità di un nuovo rapporto con te, la possibilità quindi per lui e per te di ricominciare la vita, di avere un avvenire in cui il male non abbia l'ultima parola."
Chiara Lubich

Commento da Emanuela Giuliani
emanuelagiuliani@gmail.com