Omelia (04-10-2013)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Galati 6, 14

"Quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo."
Gal 6, 14


Come vivere questa Parola?

Le parole di s. Paolo ai Galati commentano a pennello l'esistenza di Francesco d'Assisi e mostrano come la conversione sia sempre uno spogliarsi per poi rivestirsi.

Spogliarsi di un vanto per assumerne un altro. Spogliarsi di un modo di viversi per essere "nuova creatura".

Se Paolo, integerrimo difensore della Legge di Mosè, cercava di meritarsi con il suo zelo la salvezza, Francesco da parte sua cercava l'onore degli uomini, la fama e gloria del cavaliere.

Finché le loro armature, invisibili e non, sono cadute davanti alla chiamata di Dio, all'udire la sua voce.

Hanno entrambi fatto esperienza della verità della parole del salmo responsoriale: " Mi indicherai il sentiero della vita, gioia piena alla tua presenza, dolcezza senza fine alla tua destra." ( Sl 16,11)

E avendo trovato il "vestito della festa" si sono spogliati del loro vanto, l'hanno lasciato cadere senza più raccoglierlo. Senza più raccoglierlo!

Se mai avessero potuto incontrarsi avrebbero potuto salutarsi l'un l'altro con la medesima frase che ormai aveva preso carne nella loro vita e nei loro corpi: "Non c'è altro vanto per me che nella croce di Cristo". E dire croce è dire amore.

Dona anche a noi Signore di trovare il nostro "vanto" in Te e di lasciare cadere, senza più raccoglierlo, tutto quanto ci rende affascinanti agli occhi del mondo ma superbi davanti ai tuoi.

La voce di un uomo umile

Dio si dona interamente a chi si da del tutto a lui.
Charles de Foucauld

Commento da Emanuela Giuliani
emanuelagiuliani@gmail.com