Omelia (03-10-2013)
Riccardo Ripoli
Il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò

Presi dalle mille vicende della politica, ci passano sotto il naso altre notizie, un po' perché ormai ci siamo abituati e quasi scocciati di sentirle. Immigrati ne arrivano a centinaia e la cosa passa nella totale indifferenza. Ogni tanto ne muore qualcuno e c'è chi dice "peggio per loro, dovevano restare a casa", forse qualcun altra dirà "poveretto", ma lì finisce. Ma come rimanere indifferenti davanti alla miseria che fa morire bambini, davanti alle guerre fratricide, davanti allo sfruttamento dei paesi ricchi. ma sopratutto come rimanere indifferenti dinanzi a tredici ragazzi che per cercare la vita pagano per venire a morire sulle nostre coste, le stesse spiagge laddove ogni giorno la gente si diverte facendo il bagno o correndo. E' stato bello vedere la solidarietà di tante persone che si sono gettate in acqua per salvare questi figli del mondo in cerca di un po' di serenità, ma quanta tristezza vedere la signora che ha continuato a fare jogging schivando i cadaveri allineati sul bagnasciuga. Che tristezza pensare che ci sia qualcuno così tanto indifferente davanti alla morte, così tanto cinico da dire "peggio per loro", così tanto insensibile da non voler ospitare, curare, amare chi dalla vita ha ricevuto solo sofferenze, sia esso un immigrato, un rom, un cucciolo d'uomo maltrattato.
Il Signore chiama a raccolta le persone, le invia davanti a sé perché sappiano dare l'esempio, facciano capire al mondo il grande vantaggio di amare piuttosto che odiare, di accogliere piuttosto che respingere, di perdonare, piuttosto che meditare vendetta.